- “Il Piano di distretto dei Cimini, che verrà realizzato entro pochi mesi, servirà a valorizzare al meglio la vocazione agricola e le pluralità produttive del territorio, trasformando in realtà quel concetto di multifunzionalità che è al centro della politica agricola comunitaria e regionale”.
E’ quanto affermato dal capogruppo del PD al Consiglio Regionale del Lazio, Giuseppe Parroncini, al termine dell’incontro svoltosi questa mattina a Palazzo Gentili sulla programmazione del distretto dei Cimini.
“Alla redazione del Piano - ha spiegato Parroncini parteciperanno tutti i soggetti che lavorano sul territorio, dalle istituzioni alle associazioni di categoria ed al mondo dell’imprenditoria, così come previsto dalla legge regionale sui distretti rurali ed agroalimentari di qualità varata all’inizio del 2006 e che vede in quello dei Cimini uno dei primi distretti del Lazio a partire.
Nella realizzazione di questo importante passaggio ha sottolineato il capogruppo PD è però fondamentale agire in sinergia con gli altri strumenti di intervento previsti sul territorio, in modo da evitare inutili sovrapposizioni.
Mi riferisco in particolare al Piano di Sviluppo Rurale 2008-2013, ai Fondi strutturali per la competitività, al Fondo europeo per la pesca e a tutte le azioni intraprese dalla Camera di Commercio riguardo la qualità, la tipicità ed il marchio dei prodotti.
Solo attraverso un’azione sinergica e compatibile sarà infatti possibile trarre il massimo vantaggio da una ruralità che il degrado e il disinteresse degli anni passati avevano fortemente indebolito e a cui adeguati interventi politici sono invece riusciti a ridare tutta la sua forza e vitalità mettendo in primo piano due elementi basilari: la riconoscibilità del prodotto e la specializzazione, che significa semplicemente fare meglio le cose che si fanno da sempre.
Con particolare riferimento al distretto dei Cimini, di cui fanno parte ben 25 Comuni ha concluso Parroncini , i punti di forza da sfruttare sono ovviamente la tipicità del prodotto, ovvero castagne e nocciole che rappresentando rispettivamente l’8 ed 33 per cento della produzione nazionale devono funzionare da traino dell’economia locale, nonché l’integrità del territorio e la sua valenza ambientale e paesaggistica”.