Riceviamo e pubblichiamo - Finalmente abbiamo anche un viterbese sinologo. Che ci bacchetta con grande sapienza, supponenza e piglio cattedratico! Ne sentivamo proprio il bisogno. Era ora!
E nella sua replica a Gabbianelli ci rimbambisce saccentemente di sciocchezze... quelle sciocchezze di cui accusa proprio il nostro ex-sindaco che almeno ha avuto la dignità e la forza di unire la piccola voce di Viterbo alle tante che nel mondo si battono per la libertà del Tibet.
Inutile rispondere a De Angelis e alle sue affermazioni filocinesi, nonché alle sue inesattezze: il Tibet non è un fazzoletto, è una regione - o meglio una nazione invasa - grande quanto mezza Europa.
La sofferenza del popolo tibetano è sofferenza del mondo... i tibetani esuli o in esilio sono centianaia di migliaia.
La Cina sta lavorando bene, dice De Angelis, e in fondo è "inevitabile la repressione con vittime".
Sembra di ascoltare le parole dei comunisti italiani - Napolitano compreso - quando i carri armati sovietici invasero Praga nel 1968...
La verità è un'altra, unica e oggettiva, al di là di quello che dicono gli imprenditori e gli intellettuali di Pechino:
1) Il Tibet è una nazione indipendente che è stata invasa dai comunisti cinesi;
2) La rivoluzione culturale ha distrutto in Tibet oltre 6.000 monasteri, ucciso e incarcerato migliaia di monaci pacifici;
3) La Cina sta colonizzando il Tibet da oltre 50 anni impedendo ai Tibetani di preservare la loro cultura, lingua e religione;
4) La Cina è una dittatura comunista e non rispetta i diritti umani;
5) Il mondo se ne infischia dei Tibetani perché sono poveri e non-violenti e la Cina è troppo potente... se forse il Dalai Lama si convertisse al sionismo...
6) Il popolo tibetano è pacifico, amorevole e illuminato; il Dalai Lama è un Buddha vivente: per questo la sua lotta è stata, è e sarà sempre non-violenta.
Dovrebbe essere da esempio a tutti noi.
Maurizio Makovec
Giornalista.
Rappresentante viterbese dell'Associazione Italia-Tibet