Riceviamo e pubblichiamo - Non sono certo scemo, so benissimo che cosa è il male e cosa è il bene, quindi so valutare, come tutti del resto, cosa sta accadendo in Tibet: una repressione.
Monaci, vecchi, donne e bambini che muoiono per mano dei propri simili, innocenti che vogliono esprimere liberamente solo la propria nazionalità e cultura, ma la Cina non glielo permette.
Mi dispiace che qualcuno non ha saputo leggere tra le righe del mio intervento, forse passato come il delirio di un saccente egocentrico che se ne frega delle sofferenze altrui per dare solo una lezione di cultura orientale.
Non era mia intenzione attaccare il signor Gabbianelli, tanto meno volevo offendere l’animo ferito di chi si sente vicino ai tibetani.
Perdonatemi se io mi sento, senza distinzione alcuna, vicino a qualsiasi uomo.
Perdonatemi se mi pongo delle domande, il mio intervento era pieno di punti interrogativi, non imponevo di certo delle idee personali, al contrario rendevo pubblico il dubbio di un uomo comune e le sue riflessioni derivate dalla propria quotidianità, quest’ultima vissuta all’interno del mostro.
Perdonatemi se mi chiedo se anche noi stessi, buonisti compresi, siamo vittime e responsabili di tutto questo.
Perdonatemi se non ho fatto una lezione di geografia, ma ho preferito tra le righe inserire solo qualche concetto universale di etica morale.
Perdonatemi se sono comunista, tra l’altro non lo sono, ma se anche lo fossi dovrei essere condannato alla cieca da un giudizio simil razzista senza conoscere da dove scaturisce il mio schieramento ideologico?
Siamo di nuovo al punto di partenza: giudicare senza sapere con chiarezza la realtà dei fatti, una realtà confusa, dove il confine tra bene e male si mischia ad altri poteri e diviene incerto.
Perdonatemi, ma non riesco a trovare una risposta sicura, né a giudicare e condannare nessuno, soprattutto le colpe delle comparse, chi fa il lavoro sporco e loro vittime.
Tutto questo è nato da una semplice domanda che ci siamo posti alcuni italiani che condividono una parte della loro vita in Cina: “Ma come mai, davanti agli occhi di tutti, proprio ora, poco prima delle Olimpiadi, quando tutti additano la Cina per ovvie e sacrosante ragioni sociali, ambientali ecc. ecc., quando la Cina sta facendo enormi sforzi per confezionarsi un abito pulito, senza sapere se ci riuscirà, scoppia tutto questo caos in Tibet?”
Non vi sembra strano?
Giacomo De Angelis