Riceviamo e pubblichiamo - Gli interventi sul tema della localizzazione a Viterbo del secondo scalo aeroportuale del Lazio in questi giorni sono caratterizzati da una crescente diffidenza verso la scelta suddetta.
Una buona notizia. Cade progressivamente il velo, tessuto sulla base degli interessi delle lobby locali, che tenta di nascondere i problemi che questa scelta porterà, dei danni al tessuto ambientale, sociale, culturale.
Un vero confronto tecnico e politico è mancato e molti vorrebbero la scelta dello scalo a Viterbo sdoganarla come ormai un dato acquisito. Nulla di più falso.
Le schermaglie politiche tra PD e PDL, in questa campagna elettorale, ne sono la riprova.
La localizzazione dell’aeroporto nazionale di Viterbo, il secondo di Roma, è viziato da una serie importante di vizi procedurali e continua a essere omessa ogni discussione sulla indispensabile Valutazione di Impatto Ambientale, oltre quelle strategica e sanitaria
Il fatto che nessuno tra PD e PDL prenda impegni in tal senso, così gli altri sostenitori dello scalo, deve convincere i viterbesi almeno di questo: non si vuole valutare l’impatto su ambiente e salute perché la dimostrazione dei danni provocati dall’atterraggio e dal decollo di un aereo ogni 3 minuti a due km dal centro di Viterbo, provocherebbe una mobilitazione dei cittadini e una opposizione diffusa e sistematica.
Troppo rischioso per gli interessi di coloro che hanno gia fatto ingenti investimenti nell’area (ex) termale, che hanno acquistato terreni, finanziato campagne elettorali, promesso posti di lavoro in cambio di voti.
Una realtà deplorevole e sotterranea, di cui tutti hanno conoscenza ma da cui molti, troppi, dipendono.
A questo punto l’aeroporto è un punto di svolta per il futuro di Viterbo.
Bisogna occuparsene. Tutti insieme.
Umberto Cinalli
Portavoce Verdi per la Pace del comune di Viterbo
La Sinistra l’Arcobaleno