Riceviamo e pubblichiamo - Il Centro servizi amministrativi di Viterbo ha inviato la sua cortese risposta al dirigente scolastico del circolo didattico di Capranica, Cesarina Santocchi.
Romolo Bozzo, direttore dell’Ufficio scolastico provinciale, ha ancora una volta dimostrato quanto gli stia a cuore il miglioramento della scuola. Una scuola, quella di Capranica, che ha tanto bisogno di crescere, di rinnovarsi, di venire incontro alle esigenze di un’utenza ormai radicalmente mutata.
Siamo tanti di più, a Capranica: soprattutto giovani coppie con bambini, italiane e non, che vi si sono trasferite dai capoluoghi limitrofi (magari a causa del caro alloggi); genitori che lavorano entrambi e non possono contare sul sostegno dei familiari, spesso lontani o lontanissimi; un gran numero di pendolari che tutte le mattine lasciano i figli a scuola e vanno a raggiungere i loro posti di lavoro, che, quasi sempre, non si trovano a Capranica.
Di qui l’esigenza del tempo pieno, che, proprio come declamava il ministro Fioroni nel settembre scorso, “offre più elementi di certezza alle famiglie”, e rappresenta altresì un modello didattico di grande qualità.
Peccato però che tutti, a cominciare dal suddetto ministro fino all’assessore Cappelli (il cui tiepido interessamento ci ha francamente sconcertati), al momento decisivo ci abbiano abbandonati, dimenticando le belle parole pronunciate e gli impegni presi con i cittadini nel momento di assumere il loro mandato.
Il Provveditorato di Viterbo ha infatti cortesemente fatto sapere alla nostra dirigente scolastica che gli dispiace, ma di concedere la maestra e il collaboratore ata che sarebbero stati necessari a far partire la sezione a tempo pieno per il prossimo anno scolastico (una quest’anno, due il prossimo, viste le richieste) non se ne parla davvero.
Se proprio ci tiene, la dirigente si arrangi: le suggerisce infatti di rivoluzionare l’assegnazione dei docenti alle classi dell’intero istituto, perché passando dal modulo tre insegnanti su due classi a un funambolico quattro insegnanti su tre classi (ci rimette la continuità didattica, ma infondo che volete che sia per un bambino di quarta o di quinta cambiare metodo di insegnamento?), voilà: comparirebbe la maestra mancante.
C’è da mettersi le mani nei capelli…
La campagna per l’attivazione del tempo pieno a Capranica era partita esattamente un anno fa. Avevamo iniziato incontrando il sindaco, poi rieletto, Paolo Oroni, e ricevendo da lui la piena garanzia che, se fossimo riusciti ad ottenere l’attivazione del tempo pieno, ci avrebbe offerto tutto il supporto logistico necessario.
L’edificio scolastico della primaria a Capranica, lo sanno tutti, non è un granché, risale ai primi anni del secolo scorso e gli spazi sono quelli che sono, ma il Sindaco era pronto ad intervenire stanziando nuovi fondi per realizzare il locale mensa e uno spazio ricreativo aggiuntivo.
Tra i consiglieri comunali, grande è stato il sostegno offertoci da Silvia Valentini, che ha seguito la questione con grande sensibilità e instancabile impegno. Anche l’iniziale ritrosia di alcune maestre poco inclini al cambiamento era stata vinta, alla fine, dall’entusiasmo della maggioranza del corpo docente, che il 19 febbraio scorso aveva votato a maggioranza l’attivazione del tempo pieno, fatta salva la compresenza delle sezioni a tempo normale accanto a quelle a tempo prolungato.
Risultato confermato anche dalla votazione del Consiglio d’Istituto tenutasi due giorni dopo. Ora la delusione. E il disgusto.
Sappiamo che la scuola italiana versa in condizioni disperate. Sappiamo che la Finanziaria 2008 impone tagli agli organici per risparmiare sull’assegnazione degli insegnanti.
Ma è vergognoso che un governo democratico disattenda in questo modo le giuste aspettative delle famiglie, tratti i bambini e i ragazzi come capi di bestiame da ammassare in aule quasi sempre troppo sacrificate, per pareggiare il bilancio dissanguato dagli stipendi dei politici e dalle spese scriteriate in altri settori.
Sappiamo anche che se per la scuola non vengono stanziati nuovi fondi continueremo tutti a dibatterci nella proverbiale coperta troppo corta. Ma a Capranica bastava un solo insegnante. Un solo collaboratore ata. Uno solo. E la differenza sarebbe stata fatta enorme.
Curioso che il Provveditore non se ne sia reso conto.
I genitori di Capranica uniti per Il tempo pieno