Riceviamo e pubblichiamo - Gentile direttore,
intervengo in merito alle recenti dichiarazioni riportate anche dal vostro giornale sui cosiddetti "farm markets", poichè in campagna elettorale si dicono molte cose e si è soliti prendere anche meriti non propri. In particolare mi riferisco a quanto detto dal signor Roberto De Santis, candidato a sindaco per il comune di Viterbo dell'Italia dei Valori, e Claudio Bucci, presidente commissione Ambiente della Regione Lazio che avrebbero firmato un non meglio precisato documento per dare vita a Viterbo al primo farmer's market.
Voglio innanzitutto precisare che la Regione non ha alcuna competenza in merito, la competenza è esclusivamente del Comune (vi prego di verificare direttamente attraverso il decreto 20 dicembre 2007).
I mercati degli agricoltori possono finalmente essere "aperti" in ogni comune d'Italia, purchè tali comuni si dotino di un apposito regolamento comunale (in analogia a quanto avviene per i mercati tradizionali), al fine di promuovere la vendita diretta da parte degli agricoltori dei loro prodotti.
L'obiettivo è promuovere i prodotti locali e di qualità, combattere il caro vita ed aiutare la crescita delle imprese agricole.
Questa possibilità nulla ha a che fare con un candidato o l'altro, è data grazie al suddetto decreto del Mipaaf fortemente voluto dal ministro Paolo De Castro (PD), dalle associazioni degli agricoltori, prime fra tutte Cia e Coldiretti, dalle associazioni dei consumatori e del Forum nazionale dell'Agricoltura e dell'Agroalimentare del PD, al quale il sottoscritto talvolta partecipa.
Non è un caso che nel programma elettorale del candidato a sindaco di Viterbo per il Pd Ugo Sposetti, nel paragrafo "Agricoltura" vi è chiaramente scritto che il Partito democratico se governerà a Viterbo attuerà il Decreto, è la logica e naturale conseguenza di una grande battaglia nazionale a favore dell'imprenditoria agricola e dei consumatori svolta dai Democratici a livello nazionale e che ha già portato all'apertura di alcuni mercati agricoli in altre regioni.
Stefano Gavini