Riceviamo e pubblichiamo - Centro storico: quelli di Giulio Marini sono gli stessi annunci che i viterbesi ascoltano da anni. I fatti dimostrano che a Viterbo pullulano le opere incompiute.
Mala gestione? Il giudizio agli elettori: i casi degli immobili di via dei Pellegrini, piazza san Carluccio, ed ex Eca. «Non sono abituato a parlare senza supportare le mie tesi con dei dati inconfutabili. Esporrò afferma il candidato a sindaco del Pd, Ugo Sposetti - tre esempi della gestione del denaro pubblico tenuta da parte di chi ha amministrato negli ultimi anni la città di Viterbo. E non aggiungerò commenti. Al cittadino trarre le conclusioni».
Iniziamo con l’immobile di via dei Pellegrini. «Alla fine degli anni ’90 spiega Sposetti l’allora giunta regionale Badaloni deliberò un finanziamento pari a circa un milione di euro, per la riqualificazione di questo immobile, con destinazione d’uso residenziale sociale». Questa la struttura prevista: 9 appartamenti, più oltre 200 metri quadrati di spazi comuni al piano terra.
Qual è lo stato attuale? «Da oltre due anni continua l’edificio risulta impraticabile perché rimasto incompiuto. E anche gli interventi realizzati stanno subendo l’azione del tempo che passa e il degrado avanza. Vogliamo fare una intervista sul luogo, con la stampa, per vedere come stanno le cose, come si amministrava il denaro pubblico in questa città?».
C’è poi l’edificio di piazza San Carluccio. «Si tratta di 18 monolocali in struttura comunitaria, più spazi e servizi comuni, con destinazione residenza casa-famiglia. Da realizzarsi con fondi del Giubileo, cioè precedenti al 2000, per 800 mila euro, e altri 250 mila di risorse comunali. Ecco, in questo caso i lavori sono completati da oltre quattro anni. E’ stata addirittura stipulata una convenzione con l’università per destinare il complesso a uso foresteria, a seguito di un tortuoso iter di superamento dei vincoli di destinazione. La realtà è che ad oggi quegli spazi non mai stati utilizzati».
Infine, l’immobile ex Eca di via Della Volta Buia . «Anche questi locali continua Sposetti - sono stati ristrutturati a sostegno di un progetto di residenza casa-famiglia integrata, poi abbandonato strada facendo. L’inizio degli interventi risale al 2000, grazie a fondi regionali. Si tratta di 13 appartamenti con spazi comuni. Poi è arrivato un ulteriore finanziamento per 650 mila euro. Qui siamo ancora fermi sul progetto preliminare di sistemazione di una parte comune dell’immobile. L’edificio è rimasto inutilizzato per oltre tre anni e solo poche settimane fa è stato assegnato in comodato a tre realtà del volontariato sociale ( Eta Beta, Associazione Vita Autonoma, Gli amici di Bagnaia, impegnate sulle problematiche della disabilità) recuperando, almeno parzialmente, ma con estremo ritardo, la funzione sociale per cui era stato finanziato».
«Questi sono esempi di come finora sia mancato da parte degli amministratori il gusto di veder conclusi i progetti avviati, di vederli consegnati alla città e ai cittadini. E’ anche da qui, da una riqualificazione seria del centro storico conclude Sposetti - che bisogna ripartire per ricucire un legame tra i cittadini e chi li amministra. Niente dovrà più rimanere incompiuto. E’ da qui che dobbiamo iniziare per creare un rapporto nuovo con la città».
Comitato Ugo Sposetti sindaco