Riceviamo e pubblichiamo
- Cari amici viterbesi, sono un giovane socialista, ma non di quelli che hanno candidato alla guida della città un “comunista italiano”, anche perché non so bene che cosa sia, oggi, un “comunista italiano”.
In un momento come questo di competizione elettorale, molto importante per Viterbo, vorrei dire la mia sull’articolo di Massimiliano Smeriglio, segretario della federazione del Prc di Roma, apparso qualche giorno fa su “Liberazione”, il quale ci spiega perché la Sinistra Arcobaleno si è alleata con "Ruitelli" (Rutelli: che è come dire Ruini).
Smeriglio non mi ha convinto. E non mi ha convinto sia sulla questione dei diritti civili che su quella delle alleanze.
Il segretario dovrebbe spiegare: che differenza c’è, ormai, tra Baccini e Ruitelli? Che differenza c’è tra Pd, Rosa Bianca, Udc e, addirittura, Pdl?
Dato che questi partiti, a detta loro, si copiano il programma e fanno a gara a chi sta più al centro dello schieramento, a chi bacia meglio le scarpe ai vescovi, a chi conquista più imprenditori.
Perché avere paura di ridisegnare un’alleanza in cui le istanze laiche e di autodeterminazione sarebbero solo e ulteriormente rimandate e indebolite?
Che c’è di peggio a non promuovere una battaglia per i diritti civili, per altro molto meno incisiva di quella sviluppatasi in grandi paesi libertari come la Spagna o l’Inghilterra?
Sono rimasto stupefatto dal fatto che il compagno Smeriglio non ha mai citato la parola laicità nel suo articolo, parlando solo di rapporto tra movimento Glbt e Francesco Rutelli.
Come se la laicità non riguardasse i compagni Glbt.
Come se Ruitelli agisse da laico nei confronti della legge 40, del testamento biologico, insomma di tutte quelle leggi considerate eticamente sensibili.
Io credo che la laicità equivalga alla libertà, ecco perché una Roma senza laicità sarebbe una Roma senza libertà.
Ecco perché, a mio avviso, i dirigenti della sinistra romana avrebbero dovuto avere il coraggio e il dovere di appoggiare la candidatura di Franco Grillini a sindaco di Roma.
Quel coraggio che spinse nel ‘45 centinaia di partigiani a liberare l’Italia dall’asse nazi-fascista.
Se questo coraggio non l’hanno avuto i dirigenti dei partiti della sinistra, beh, è ora che il popolo della sinistra si ribelli e voti compatto Grillini. Per riaffermare una strana, ma così tanto citata parola: la parola Libertà.
Matteo Di Grande, giovane socialista