Riceviamo e pubblichiamo - La politica gestionale di questa amministrazione è ineccepibile: richiama pedissequamente i dettami imposti e promulgati a livello nazionale. Prodi & Visco hanno istruito degnamente, prima di implodere, i loro accoliti a livello locale, in virtù dell’equazione dissanguatrice che ha accompagnato costantemente l’azione di Governo: più spese pubbliche uguale più tasse per i cittadini.
I costi sostenuti durante il Carai I° ed il Carai II°, in questi sei anni di sprechi e dissipazioni senza tenere in benché minima considerazione il bilancio e gli obblighi normativi ad esso legati, hanno prodotto dapprima l’impoverimento delle casse comunali e di seguito, anche se taciuto ed addirittura negato in sede di ultima assise comunale, lo sforamento del patto di stabilità con le conseguenze che da oggi e per il futuro i cittadini di Montalto saranno costretti a sopportare.
Il canto delle sirene rappresentato dall’invarianza delle aliquote ICI per l’anno 2008 si rivela per tale, considerato che il prossimo Governo, qualunque esso sia, provvederà all’abolizione dell’odiata imposta. La tanto decantata agevolazione per i montaltesi si dimostrerà quindi un fuoco di paglia e Montalto, da paese più ricco d’Italia si trasformerà nel paese più tartassato della provincia di Viterbo.
Da un riscontro sul portale dell’Amministrazione Finanziaria verifichiamo che su 60 comuni della provincia viterbese solo 12 hanno applicato un’aliquota superiore a quella che codesta amministrazione si appresta ad approvare oggi. Per diritto di cronaca, e con tutto il rispetto, ci troviamo in compagnia di comuni come Tessennano, San Lorenzo Nuovo, Grotte di Castro, Calcata, Caprarola, Vasanello, Gallese: comuni caratterizzati da un’economia prevalentemente agricola ma, soprattutto, che non beneficiano dei contributi milionari erogati annualmente da “mamma” Enel.
Di tutte le località con economia turistica, sia marine che lacustri, Montalto brilla per la sua esosità tributaria: e non ci vengano a raccontare che siamo stati esentati dall’addizionale fino ad oggi (peraltro non eravamo il solo comune a goderne).
Montalto di Castro, in proporzione al numero dei propri abitanti è, anzi era, il comune più ricco d’Italia. Non per virtù nascoste o per il bel paesaggio: il denaro che l’Enel corrisponde è la contropartita per la nostra salute. Denaro in cambio dei nostri polmoni, denaro in cambio delle leucemie, denaro in cambio dei tumori che lungo la Tuscia tirrenica e la vicina Civitavecchia hanno il loro triste apogeo.
Per onestà intellettuale, direte voi, guardiamo il cerchio ma anche la botte. Proviamo ad elencare tutte le opere realizzate con quei denari. Vi siete sicuramente guadagnati l’immortalità, alla stregua dei faraoni di Giza e degli atzechi di Tùlum: possiamo iniziare dal teatro di plastica e cemento, destinato a scalzare il Colosso di Rodi nel novero delle 7 meraviglie del mondo.
Il suo progettista ha recentemente guadagnato le copertine di Time e Newsweek per aver conquistato, meritatamente, il Premio Internazionale Lego. Per non parlare dell’Ostello dei No Global, e della struttura assistenziale a Rompicollo, inaugurata in pompa magna da Marrazzo in persona già un anno fa. E’ citata come fiore all’occhiello della buona sanità italiana
Non dimentichiamoci del parcheggio di Via Ombrone, opera fondamentale che ha risolto i gravi problemi stazionatori della zona: è così ben riuscita da attirare utenti dalle vicine Tarquinia ed Orbetello, che preferiscono parcheggiare a Montalto piuttosto che nelle squallide aree di sosta dei loro comuni.
Il parcheggio di Via Ombrone risulta così affollato, in ogni ora del giorno e della notte, che i residenti nella via continuano a parcheggiare come facevano prima, proprio sotto i cartelli di divieto di sosta che, per ragioni puramente estetiche, sono stati piazzati lungo la stessa. Alla stregua della Piramide di Cheope in Egitto, a Montalto abbiamo, grazie ai soldi dei cittadini montaltesi, la rotatoria di Via della Marina, con tanto di lampioni degli impiccati. Sarà costata quanto le cinque rotatorie che hanno realizzato a Tarquinia, ma ha radicalmente decongestionato il traffico veicolare in corrispondenza del quadrivio-raccordo anulare di Via delle Morelle Piana del Fiora.
Questa amministrazione, con i soldi dei montaltesi, periodicamente, con contributi milionari, ha concorso a far quotare in borsa la società Mastarna, che offre lavoro stabile a centinaia di famiglie montaltesi e, grazie al suo apporto ha contribuito a ridurre drasticamente il tasso di disoccupazione a Montalto, che lo scorso anno era intorno al 12%, contro il dato nazionale del 6%.
Tra le grandi opere annoveriamo anche i tre dossi di rallentamento di Strada della Macchia, anche se purtroppo l’altra notte se li sono rubati due: ma d’altronde questi sono gli scotti da pagare per arrivare alla leggenda. Forse i cittadini avrebbero gradito che questi soldi venissero impiegati magari per ridurre o compensare le bollette dell’acqua, che da dolce è diventata salata, o la tassa sulla nettezza urbana, o magari per evitare gli aumenti apportati ai buoni mensa scolastici, od ancora per incentivare gli aiuti alle famiglie bisognose: c’è gente che fatica ad arrivare alla terza settimana del mese.
Ma, direte voi, per risollevarsi lo spirito e non pensare a queste sciocchezze, potranno sempre andare in teatro!
Per le ragioni suesposte e per altre, che omettiamo in virtù dei tempi che, democraticamente, ci vengono assegnati in questa assise, esprimiamo il nostro voto nettamente contrario alla delibera in questione.
I consiglieri comunali Consolata Piras, Marco La Monica