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Franco Marini con Sposetti
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Franco Marini
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- Il 13 e 14 aprile si avvicinano e il Partito democratico cala l’asso, in attesa lunedì prossimo, dell’arrivo di Valter Veltroni.
Ieri sera al teatro San Leonardo è toccato al presidente del Senato Franco Marini, fare da apripista. Sul palco, di fronte a una platea di candidati e simpatizzanti ha raccontato la sua idea per un’Italia che deve crescere.
Prima d’entrare in teatro, dove è arrivato in anticipo rispetto all’appuntamento delle 18, un giro per la città. Un caffè al bar e una visita al comitato di Ugo Sposetti.
“L’Italia dice è un paese che cresce al 50%. E’ questo il vero problema, cui anche il piccolo commerciante che vive a Viterbo deve fare i conti”.
Poi rivendica quanto fatto dal governo Prodi, seppure con le mille difficoltà dovute a una maggioranza strettissima al Senato. “La destra ricorda ha governato per cinque anni e con margini ampi e non hanno realizzato niente del loro programma”.
Quindi difende la scelta del Pd di andare da solo. “In Senato ricorda ogni volta che c’era una votazione, assistevamo a decine d’interventi da parte di chi metteva paletti, faceva distinguo, era contrario. Ma era tutta gente della maggioranza”.
Oggi invece: “Abbiamo una nuova formazione che può vincere la sfida, perché si basa su due punti, la libertà e la giustizia sociale”.
Al San Leonardo, insieme a Marini, i democratici in lista alla Camera e al Senato: Domenico Manglaviti, Elisabetta Mariotti, Giuseppe Fioroni e Donatella Ferranti. E anche Angelo Allegrini, Alessandro Mazzoli, Andrea Egidi, Ugo Sposetti.
E’ stato il ministro Fioroni a scaldare la platea con un argomento molto caro ai viterbesi e di gran moda: l’aeroporto.
“Io e Sposetti ricorda abbiamo impedito che ce lo scippassero. Ora sta a noi impedire di perdere questo treno”. Mentre Comune si è perso tempo. “L’esperienza amministrativa che si è chiusa anzitempo spiega è la prova che guardano solo ai loro interessi. A quest’ora l’amministrazione comunale per lo scalo doveva avere già concluso la fase preliminare, con la conferenza dei servizi. Siamo indietro”.
Quindi una risposta a distanza per Silvio Berlusconi che lo aveva definito nipote di Stalin: “Se di nipoti illustri si deve parlare osserva ce n’è una nel suo schieramento il cui nonno ha fatto danni non tanto fuori, quanto in Italia”. Riferimento ad Alessandra Mussolini.
E se Mazzoli ha sottolineato che con Sposetti vincere al Comune si può, il candidato sindaco ha chiesto l’aiuto di tutti. “Perché sostiene Sposetti - si può cambiare solo con la partecipazione di tutti”.
Poi un accenno al problema mense. “Ho incontrato i lavoratori ricorda com’è possibile che siano ridotte le ore di lavoro, da sei a quattro, addirittura due e senza percepire stipendio. Come vive una famiglia e come stanno i genitori dei bambini che sono assistiti da persone costrette a stare in queste condizioni?”.
La campagna elettorale prosegue. Lunedì arriva Veltroni.