Riceviamo e pubblichiamo - L’Ascom Confcommercio di Viterbo intende contribuire ai temi della campagna elettorale per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale della città, rappresentando a tutti i candidati alla carica di primo cittadino le esigenze di una categoria che in questi ultimi anni sta vivendo una crisi estremamente pesante e che vede la stragrande maggioranza dei commercianti subire situazioni altamente vessatorie, sia fiscali che infrastrutturali, alle quali è ormai difficile e spesso impossibile far fronte.
Tale realtà è tanto più concreta e tangibile in alcune aree della città: una per tutte quella del centro storico cittadino, dove molti operatori oggi rischiano la chiusura delle proprie attività.
L’Ascom di Viterbo ha ritenuto pertanto necessario sottoporre all’attenzione dei politici le priorità avvertite dagli operatori del commercio e dei servizi, consapevoli anche dell’importanza che tali categorie economiche rivestono nel tessuto sociale cittadino.
Volendo riassumere e contenere in dieci punti le linee d’intervento ritenute necessarie e non più procrastinabili si vuole far riferimento a :
1)miglioramento della viabilità e delle aree per parcheggi;
2)riduzione del deficit infrastrutturale e dell’isolamento del territorio;
3)valorizzazione del centro storico cittadino;
4)miglioramento della competitività del settore turistico;
5)agevolazione nell’accesso al credito;
6)controllo e pianificazione delle tariffe e dei tributi locali;
7)semplificazione amministrativa;
8)realizzazione del piano urbano del commercio;
9)sicurezza del territorio;
10)lotta all’abusivismo e rispetto delle regole.
Cerchiamo di seguito di analizzare più in dettaglio di cosa si tratta:
1) Miglioramento della viabilità e delle aree per parcheggi.
Che la viabilità a Viterbo sia caotica non è un modo di dire, basta prendere la macchina a qualsiasi ora del giorno, e forse anche della notte per accorgersi che anche all’esterno delle mura si circola con estrema difficoltà e con tempi di percorrenza quasi biblici.
Il Piano Urbano del Traffico (PUT) che a suo tempo fu approvato da tutte le parti sociali, è scomparso.
Negli ultimi anni sono sensibilmente diminuiti i parcheggi all’interno dei centri storici cittadini.
La chiusura totale al traffico di un’arteria come via Marconi, ha creato ulteriori difficoltà di fruizione dei centri storici.
Riteniamo urgentissima e prioritaria la realizzazione del parcheggio multipiano di Porta Romana, a suo tempo probabilmente oggetto di una apposita delibera, ma se anche così fosse, rimasto poi una brillante idea riposta nel cassetto.
Anche il parcheggio multipiano interrato ventilato e previsto in Piazza del Sacrario potrebbe essere una buona soluzione, ad integrazione di quello in superficie già esistente e spesso saturo ed incapiente.
La non più procrastinabile pavimentazione della valle di Faul e la realizzazione di un sistema di scale mobili che la collegasse a Piazza del Duomo, sarebbe ottimale per servire uno dei centri storici di Viterbo, il più antico, ma non risolverebbe comunque i problemi del centro storico commerciale che ruota intorno a Piazza delle Erbe e non servirebbe neanche all’altra parte del centro storico che è la zona delimitata da Via Marconi, Via Matteotti, Piazza della Rocca e Via Cairoli.
Per questo si renderebbero magari necessari interventi radicali nella zona di Piazza della Rocca con la progettazione di parcheggi interrati che potessero servire l’area del centro storico accessibile da Porta Fiorentina.
L’obiettivo comune deve essere comunque quello di realizzare, partendo dalle aree di parcheggio esterne alle mura cittadine, un facile e piacevole accesso ai centri storici, non escludendo la pedonalizzazione, che rappresenterà comunque l’atto finale di un progetto complessivo e funzionale di fruibilità ottimale delle aree più caratteristiche della nostra città.
Per quanto relativo al traffico ferroviario urbano si auspica lo spostamento della Stazione ferroviaria di Porta Fiorentina presso altri siti, magari verso il Poggino, con l’ovvia premessa che contestualmente vengano realizzati i collegamenti necessari, con navette, da e per il centro della città.
2) Riduzione del deficit infrastrutturale e dell’isolamento del territorio.
Il deficit infrastrutturale e l’isolamento del territorio hanno sempre gravato pesantemente sulla competitività degli operatori economici della città.
La realizzazione dell’aeroporto sarà in questo senso una conquista di enorme importanza e comunque nell’attesa va assolutamente perseguito e conseguito il raddoppio della Cassia ed il completamento della Orte-Civitavecchia. Senza queste arterie di comunicazione su gomma è impossibile solo immaginare di poter gestire la presenza sul territorio di alcuni milioni di passeggeri l’anno.
In tale ottica non va tuttavia messa in secondo piano l’implementazione e lo sviluppo della rete ferroviaria che oggi serve la nostra città.
Di tutte queste istanze l’amministrazione locale deve farsi carico presso gli altri interlocutori pubblici ed inoltre coordinare e supportare l’azione delle aziende private pronte a scommettere ed investire sullo sviluppo del territorio conseguente alla realizzazione dello scalo aeroportuale.
3) Valorizzazione del centro storico cittadino.
Si è già detto nel paragrafo relativo alla viabilità della necessità di favorire un facile accesso al centro storico cittadino. Fatto ciò bisogna tuttavia rendere economicamente “appetibile” l’offerta commerciale ivi presente, ciò sia per l’impresa che per il consumatore.
Questo obiettivo potrebbe essere raggiunto con la costituzione di un centro commerciale naturale, anche cercando di attingere ai contributi regionali previsti per tali iniziative, oppure cercando di favorire l’insediamento di nuove esercizi di vicinato con incentivi di carattere fiscale come ad esempio riduzione di aliquote su tributi e tariffe locali o esenzione parzia
le e/o temporanea del corrispettivo per l’occupazione del suolo pubblico.
Il tavolo di concertazione interassessorile e parti sociali, costituito dalle rappresentanze sindacali e di categoria maggiormente rappresentative, riunito solo un paio di volte andrebbe invece istituzionalizzato.
Ancora si dovranno promuovere, sollecitare e sviluppare quelle iniziative promozionali e culturali di pregio che attraggono i turisti nella nostra città come ad esempio San Pellegrino in Fiore, il Tuscia Opera Festival ed il Festival Barocco.
4) Miglioramento della competitività del settore turistico.
Il nostro territorio ha da sempre scontato la difficoltà di essere riconosciuto ed identificato per le sue peculiarità, ciò in quanto stretto e soffocato dalla notorietà preponderante della Toscana, dell’Umbria e di Roma.
Tali competitors turistici di primo livello, nostri confinanti, dovranno diventare nel futuro una risorsa ed un’opportunità e non più una penalizzazione, in quanto il nuovo aeroporto sarà per Viterbo un decisivo volano di crescita e di notorietà; attorno a questa struttura si dovranno creare le premesse di una crescita economica che si baserà soprattutto sull’offerta turistica nei settori Storico-Culturale, Termale, Enogastronomico e Congressuale.
Tutti questi settori vanno agevolati nel loro sviluppo, facilitando l’insediamento sul territorio, la formazione imprenditoriale e promuovendo e supportando la diffusione dell’offerta commerciale.
In questo ambito vanno affiancate e supportate in ogni modo iniziative di spessore come la creazione e l’impegno nella diffusione del marchio Tuscia Viterbese ad opera della locale Camera di Commercio.
5) Agevolazione nell’accesso al credito.
La riorganizzazione del sistema bancario e l’applicazione degli accordi di Basilea 2 rafforzano la necessità di un nuovo rapporto tra banca ed impresa che sia di reale supporto alle strategie di crescita ed investimento delle aziende.
L’introduzione dei modelli di rating , pre-condizione della concessione del credito e della determinazione dei tassi di interesse, comporta la necessità di una forte crescita della cultura finanziaria, specie delle piccole imprese, non disgiunta dalla collaborazione delle aziende di credito, che consenta di articolare un’offerta di prodotti e servizi finanziari sempre meno universale e sempre più differenziata e coerente con i bisogni dei vari segmenti settoriali e dimensionali delle imprese.
In questa ottica assume particolare valenza l’incoraggiamento ed il supporto, anche da parte delle amministrazioni locali, ai sistemi di controgaranzia per la concessione di prestiti alle piccole e medie imprese.
Si tratta di favorire lo sviluppo e l’attività dei consorzi e delle cooperative di garanzia collettiva fidi, ai quali è riconosciuto normativamente un ruolo di mitigazione del rischio di credito assunto dalle banche nei confronti dell’attività d’impresa.
Soprattutto dalla capacità di trasferire agli operatori economici privati, per il tramite di qualificati soggetti controgaranti ( i confidi ), promossi e avallati sul territorio dalla componente pubblica, potrà scaturire un più agevole e meno oneroso accesso al credito delle nostre aziende locali.