Riceviamo e pubblichiamo
- Un aeroporto eco-sostenibile? Da oggi si può fare. Sono entrati nella fase conclusiva gli studi di prefattibilità che prevedono l’utilizzo di energie alternative per alimentare il fabbisogno energetico del futuro scalo viterbese.
Questo porterà infatti, non solo risparmi considerevoli per i futuri gestori, ma anche, cosa più importante, un impatto ambientale trascurabile da parte della struttura aeroportuale.
L’idea è venuta, qualche tempo fa, ad un gruppo di neo laureati viterbesi che hanno deciso di effettuare uno studio preliminare per far in modo che il futuro aeroporto di Viterbo possa essere a basso impatto ambientale.
"Il tutto è nato spiegano dall’EsTuscia, così si chiama il gruppo di studio appena formato per attenuare l’impatto che inevitabilmente la nuova struttura produrrà sul nostro territorio.
Temendo ciò ma soprattutto avendo le giuste conoscenze tecnico-scientifiche, abbiamo deciso di studiare come sfruttare le enormi risorse presenti nel Viterbese, mettendo così in pratica il nostro bagaglio culturale acquisito peraltro all’Università della Tuscia, al fine di trovare la strada migliore per rendere meno impattante, sulla salute dei cittadini e sul paesaggio, la nascita di questa nuova opera".
Da una prima analisi condotta dall’EsTuscia, nei dintorni del futuro aeroporto, sarebbero presenti le giuste potenzialità per rendere energeticamente autonoma la struttura: "Secondo i primi calcoli, la maggior parte dell’energia deriverà dallo sfruttamento delle risorse geotermiche, importanti fonti rinnovabili presenti in grande quantità nella zona oggetto di studio, con le quali si riuscirebbe a ricoprire una fetta del fabbisogno che si aggira tra il 60% e l' 80 %.
Quest’ultima proseguono verrà implementata da quella solare, in modo da riuscire a coprire l’intera necessità energetica dello scalo".
Ad esse, si potrebbero poi aggiungere altre fonti presenti nella zona quali l’energia derivante dallo sfruttamento delle biomasse, ma soprattutto l’energia eolica.
Questi tipi di energie, oltre a non essere nocive per la salute umana, renderebbero la struttura indipendente dalla schiavitù dei combustibili fossili, fonti non rinnovabili e soggette all’esponenziale aumento dei prezzi: "Con il costo del petrolio sempre più alle stelle sottolinea l’EsTuscia - lo sfruttamento di tali energie per prima cosa stabilizzerebbe i costi di gestione ma soprattutto li dimezzerebbe con conseguenti benefici per l’utente finale".
Un progetto importante, quindi, che ha già suscitato l’interesse di alcuni docenti dell’Università di Viterbo, da sempre all’avanguardia su tali tematiche: "Sono stati già avviati contatti interessanti con alcuni di loro rivelano dall’EsTuscia . Poter essere supportati da una struttura come la nostra università sarebbe veramente importante visto che, così facendo, avremmo la possibilità di utilizzare gli strumenti migliori per poter proseguire questo studio".
Un’occasione, quindi, che la città di Viterbo non si deve far scappare: "Abbiamo tutti gli ingredienti per raggiungere ottimi risultati concludono strumenti, conoscenze, ma soprattutto le risorse necessarie".
Gruppo EsTuscia
Francesco Giuseppe Rossi
Giuseppe Filippi
Emanuele Piergentili
Marco Mattei
Eleonora Fortuna