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Viterbo - Secondo le indagini della polizia inoltre i telefoni erano intestati all'assessorato ai Lavori pubblici di Palazzo dei Priori
Armati indagato per peculato
Viterbo - 1 novembre 2008 - ore 15,30

Giancarlo Armati
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- Galeotta fu una telefonata di 35 minuti. Fatta con il telefonino di servizio. L’ex procuratore della repubblica a Viterbo Giancarlo Armati è infatti indagato per peculato per aver telefonato alla figlia col cellulare di servizio. L’inchiesta giudiziaria è nata da una serie di dissapori familiari tra il magistrato e il figlio, autore della denuncia. Secondo quanto scrive oggi il Messaggero.

A pesare sulla bilancia però non è solo la telefonata fatta col cellullare di servizio ma il fatto che quel telefonino era intestato all’assessorato ai lavori pubblici di palazzo dei Priori.

“L'indagine (per un peccato tutto sommato veniale e che forse finirà in una bolla di sapone) ha portato alla luce – scrive Arnaldo Sassi sul Messaggero - un fatto che definire anomalo è un eufemismo: ossia che i telefonini dei magistrati viterbesi sono intestati all'assessorato dei Lavori pubblici del Comune; che dunque paga la bolletta, ma ha anche – in linea teorica – la possibilità di controllare i tabulati delle telefonate effettuate dagli stessi. Incredibile, ma vero”.

Tutto partirebbe da vicende e dissapori familiari legati all'ex procuratore della Repubblica viterbese e attuale capo della Procura generale di Perugia. Ad aver fatto partire le indagini è stato infatti il figlio di Armati, che presenta una denuncia per peculato. L’inchiesta, iscritta a ruolo dalla Procura di Firenze e condotta dal pm Francesco Pappalardo, è ancora in corso.

“Al di là dell’aspetto personale – scrive ancora Sassi-, dall’indagine è venuto fuori il vero elemento inquietante di tutta la storia.

La Squadra mobile di Firenze infatti ha accertato che il telefonino di servizio del magistrato (come quelli di tutti gli altri magistrati viterbesi) è intestato a Comune di Viterbo, settore Lavori pubblici, via Ascenzi 1.

Insomma, l’assessorato ai Lavori pubblici di palazzo dei Priori è titolare delle utenze telefoniche dei magistrati viterbesi, ne paga le bollette e, a rigor di logica, riceve i tabulati con le telefonate effettuate dagli stessi, come avviene per tutti gli altri utenti.

Un particolare non da poco, anche perché, sempre in linea teorica, lo stesso settore potrebbe anche essere oggetto di indagini da parte dei magistrati, essendo di particolare sensibilità”.

Un fatto che però sembra essere la regola, non solo a Viterbo ma in tutta Italia.

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