Marcello Meroi Copyright Tusciaweb

Agli allora sostenitori dell’opera si opponeva chi la riteneva non in linea con gli elementi architettonici locali; ai fautori del verde si è contrapposto chi imputava costi troppo elevati di manutenzione; ai favorevoli all’area pedonale si rispondeva con accuse di desertificazione del centro.

Come se non bastasse l’esecutivo Marini si è dibattuto per qualche mese su mozioni alternative, dibattiti consiliari e poi...”fate un po’ come vi pare...” per scegliere quale correttivi apportare alla ormai perenne diatriba.

Non sono mancate anche iniziative politiche per tentare di interpretare il reale volere dei cittadini, che come tali, laddove organizzate dai partiti, lasciano sempre il tempo che trovano perché delegittimate dagli opposti schieramenti.

In ultimo un interessante dibattito sulla valenza architettonica della via, con chi sostiene che essa non possieda alcun pregio estetico ed altri che invece ne ricordano gli aspetti comunque artisticamente pregevoli e infine un simpatico siparietto tra una testata giornalistica ed il comandante della Polizia locale sull’interpretazione della cartellonistica stradale.

Carlo Galeotti mi chiede di esprimere dunque una valutazione sulle misure recentemente adottate dal Comune, ma sono perfettamente consapevole che su questo argomento nemmeno tutto l’ecumenismo di cui sono capace, potrà evitarmi critiche variegate.

La mia opinione è che i viterbesi hanno certamente apprezzato l’isola pedonale in via Marconi. Ma per parlare di utilizzo della stessa bisogna altrettanto onestamente ammettere che l’isola è tale solo nel fine settimana.

Centinaia di cittadini che passeggiano, bambini in bici, carrozzine, niente auto. Un ottimo risultato, dunque.
Tuttavia durante gli altri giorni pare francamente difficile non dare atto che la via pare essere quasi isolata, anche commercialmente e che i Viterbesi che la transitano siano assai pochi.

Per questo si è allora cercato di dare una risposta che possa compenetrare varie esigenze: quella di una città che merita di vedere il suo centro storico privo di auto, ma quando sia utile.

Quella di dare collegamento a due parti del tessuto urbano, riallacciando una connessione viaria importante. Quella di ridurre al massimo il passaggio degli autobus all’interno di vie (San Giovanni Decollato e Maria SS. Liberatrice) che hanno pericolosamente risentito in termini strutturali di un traffico che non possono sopportare. Quella di offrire un servizio di trasporto urbano più rapido ed efficace.

Certo non può non ammettersi che la soluzione sia complessa e che quella attualmente sperimentata probabilmente non sia la migliore.

Forse ci si renderà conto che, con auspicabili realizzazioni di parcheggi e con modifiche pur non radicali alla mobilità, si possano attuare soluzioni più idonee e più chiare, anche alla luce di un dibattito tra i cittadini che può risultare utilissimo per interpretarne obiettivamente i pareri.

Ma una cosa è certa: non riusciremo mai a mettere d’accordo tutti.

Un esempio? Per anni da più parti, soprattutto dagli organi di informazione, si è invocato il ritorno di “Antiquaria” e di altre importanti manifestazioni all’interno della città, ritenendole attrattrici di interessi commerciali e culturali.

Non è passato un giorno da che si è aperta la mostra dell’antiquariato nella sede dell’ex Tribunale, che già i giornali locali amplificano le proteste di lavoratori pendolari che non trovano più parcheggio.
Valli un po’ a capire...

Marcello Meroi