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Viterbo - Università della Tuscia e Regione - Sentieri d'ascolto, Pirandello e poi - Monologhi di Eleonora Danco - Il 21 aprile
"Me vojo sarvà" e "Nessuno ci guarda"
Viterbo - 15 aprile 2009 - ore 12,30

- Continua la rassegna Sentieri d'ascolto 2009 – Pirandello e poi, promossa dall’assessorato alla Cultura della Regione Lazio, in stretta collaborazione con la Facoltà di Lingue dell’Università della Tuscia e con il Comune di Viterbo, e organizzata dall’Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio (Atcl).

Il 21 aprile alle ore 11 presso l’Auditorium della Facoltà di Lingue
Da Pirandello a oggi: esperienze di nuova drammaturgia
performance Me vojo sarvà – Nessuno ci guarda
di e con Eleonora Danco

Dopo una serie di incontri e spettacoli dedicati interamente alla figura di Luigi Pirandello, Sentieri d'ascolto/Pirandello e poi focalizza l’attenzione sulla drammaturgia contemporanea, per rivelarne l’evoluzione a partire dal grande autore siciliano del secolo scorso.

Me vojo sarvà e Nessuno ci guarda sono due monologhi scritti e interpretati da Eleonora Danco, definita dalla critica una “kamikaze della scrittura e della performance”.

In Me Vojo Sarvà, recitato in slang romanesco, personaggi di strada (una strada intesa sia come luogo interiore che come marciapiede), dagli stati d’animo violenti e poetici (sottolineati dalle musiche scelte da Marco Tecce) sono colti mentre soffrono, amano, bramano, pretendono, urlano, aggrediscono, sfogano, subiscono, partono, sbroccano, gonfiano il petto, si colpiscono per dichiarare amore e si distruggono correndo incontro alla morte in cerca di verità, ritratto di un’umanità intrisa di una poesia ruvida e commovente.
Nessuna concessione alla forma, al bel gesto, al tono rassicurante: la parlata romana permette all’autrice di scavare nelle viscere delle ragioni popolari e all’attrice di abbattere la quarta parete con una semplice inflessione, mentre schizza da una zona d’ombra all’altra.

Nella seconda parte, l’atto unico Nessuno ci guarda è ispirato alla pittura di Jackson Pollock: trattare la scrittura come fosse colore.
Una donna entra ed esce dall’infanzia. Attraverso una continua trasformazione interiore diventa la persona adulta, l’adolescente, la bambina, la madre, il padre, gli amici. Obblighi e rifiuti, attrazione inconscia per il padre, desiderio di morte per la madre. Abbandonata la parlata romanesca, la Danco invita ora, senza inflessioni, a ricordare i giochi d’infanzia, a rivivere quella dolce vita dei grandi con struggente malinconia.


Eleonora Danco

Il suo primo spettacolo è Ragazze al muro, nel 1998, anno in cui inizia una collaborazione con il regista napoletano Mario Martone per cui scrive Mignotta ’56.

Nel 1999 su commissione dello Stabile di Parma scrive un testo a cinque personaggi messo in scena da Gigi Dall’Aglio.

Nel 2000 vince il festival di Casalbuttano sulla nuova drammaturgia con il monologo Nessuno ci guarda ispirato alla pittura di Jackson Pollock.

Tra il 2000 e il 2005 scrive la raccolta di poesie Trattatelo Poetico Senza Speranza e alcuni racconti tra cui Corso, Scroscio, Tromba delle scale.

Per Radio Rai Tre realizza il documentario in cinque puntate in onda nel 2000 dal titolo Il vuoto.

Nel 2005 scrive dirige ed interpreta Me vojo sarva al Teatro Piccolo Jovinelli di Roma. Nel Gennaio 2007 debutta al Teatro Palladium di Roma con Sabbia e nell’Aprile 2007 al Teatro Piccolo Eliseo di Roma il monologo - lettura La giornata Infinita. Nel febbraio 2009 debutta al Teatro Ambra Jovinelli con Scroscio e pubblica la sua prima raccolta di testi teatrali “Ero purissima” con la casa editrice Minimum Fax.

Nel volume sono inclusi i testi Me vojo sarvà e Nessuno ci guarda.
Collabora come autrice in più occasioni con Mario Martone, con Gigi Dall'Aglio e Francesca Reggiani.

Come attrice lavora tra gli altri con Nanni Moretti, Ettore Scola, Marco Bellocchio, Gabriele Muccino, Peter Del Monte, Massimo Troisi, Serena Dandini, Vittorio Gassman, Gigi Proietti.

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