- Tante domande, molta attenzione e una ricettività straordinaria rispetto al tema della donazione degli organi e dei tessuti.
In sintesi, si potrebbe riassumere in queste poche parole la partecipazione delle classi quinte A, C, E ed F del liceo scientifico Paolo Ruffini all’incontro organizzato questa mattina per informare e sensibilizzare i ragazzi sull’importanza della donazione degli organi.
L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla lungimiranza e all’interessamento del referente area studenti dello storico istituto viterbese, Rosa Moschini, e della preside Antonella Bentivegna. Per la Ausl hanno partecipato il coordinatore locale DOT (donazione organi e tessuti), Fernando Ricci, il direttore dell’Unità di Rianimazione di Belcolle, Pietro Vecchierelli, la referente del coordinamento stesso, Rosella Ceccantoni, e gli operatori Stefano Lucci e Silvano Necciari.
La mattinata è iniziata con la distribuzione di materiale informativo e con la proiezione di un film molto toccante. Alla fine, però, sono stati proprio i ragazzi a prendere in mano la situazione e ad approfittare degli operatori sanitari presenti per formulare loro le domande più disparate. Ha sorpreso positivamente la preparazione con la quale gli studenti delle quinte classi si sono presentati all’incontro. Segno tangibile che sulla donazione degli organi e dei tessuti c’è una richiesta forte di sapere da parte delle nuove generazioni, per poter scegliere in completa libertà.
“Quello di questa mattina – commenta il direttore generale della Ausl di Viterbo, Giuseppe Aloisio – è uno dei tanti incontri che si sono verificati in questi mesi tra il coordinamento locale Dote gli studenti degli istituti viterbesi della città dei papi. Siamo sempre più convinti, infatti, che sia necessario trovare nuove forme di comunicazione dirette e accessibili per coinvolgere i giovani nelle principali dinamiche di una società in cui si muovono molto più attivamente di quanto non si possa credere.
La maturità con la quale hanno voluto e vissuto il confronto con i nostri operatori sanitari, da questo punto di vista, è molto incoraggiante”.
