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Tarquinia - Per ottenere un quadro delle sorgenti di inquinamento presenti sull’area
Presentato il programma di monitoraggio ambientale
Viterbo - 18 aprile 2009 - ore 12,45

Riceviamo e pubblichiamo - La cooperativa Pantano, il Consorzio di bonifica della Maremma etrusca, la Centrale ortofrutticola, l’al.po, l’Ortotuscia srl ed il Comitato dei cittadini liberi di Tarquinia il giorno 16 aprile alle ore 18,00 presso il Salone della Cooperativa Pantano fra Produttori Agricoli scarl – S.P. Porto Clementino snc. Tarquinia hanno presentato ufficialmente il programma di “monitoraggio ambientale” del territorio.

E’ chiaro, ormai, e scientificamente provato che la qualità dell’aria di un territorio determina ricadute, sia sulla matrice ambientale (suolo ed acqua) che su quella sanitaria (incidenza delle malattie, mortalità) modificandone molto spesso in modo irreversibile lo stile di vita di una popolazione sia a livello sociale che occupazionale.

Il territorio di Tarquinia, e tutta l’area che si estende da Ladispoli fino a Capalbio, presenta delle “pressioni” antropiche di assoluto rilievo che destano non poche preoccupazioni, avvalorate anche dal fatto che tali “pressioni” non sono in diminuzione ma in costante aumento.

Questo crea, quindi, una sempre più elevata presenza di impatti cumulativi (anche sinergici) che devono essere attentamente monitorati anche attraverso azioni (autonome) di controllo.

Attraverso le migliori tecnologie disponibili di monitoraggio ed analisi ambientale, si predisporrà un quadro conoscitivo accurato delle sorgenti di inquinamento attualmente presenti sull’area in esame ed aventi influenza sulla matrice aria.

Il principale obiettivo di tale analisi è la valutazione del rischio per la salute umana per tutto ciò che riguarda l’ambiente, con evidenti ed importanti ricadute sull’intera economia locale, ed in particolare sulle attività agricola, turistica, commerciale ed artigianale, tali da compromettere irreversibilmente il tessuto sociale, la qualità della vita, il mutamento delle abitudini delle popolazioni coinvolte.

Comitato cittadini liberi

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