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Viterbo - Lettera - Scrive Sandro Marenzoni
Sicurezza stradale, dalla parole ai fatti
Viterbo - 21 aprile 2009 - ore 10,10

Riceviamo e pubblichiamo
- Con piacere ho letto su alcuni organi di informazione che l’assessore alle Politiche giovanili, Daniele Sabatini, ha partecipato attivamente, assieme ad assessori di altre città, alla riunione della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, in cui si è discusso di Sicurezza Stradale.

Da parte dell’Assessore, è stata sollecitata una maggiore disponibilità di risorse e un migliore coinvolgimento al tema da parte degli Enti Locali.

Al Comune di Viterbo, il problema, già nella scorsa consigliatura era stato affrontato e , almeno da un punto di vista progettuale, ben chiarificato.

Infatti il 27/01/06, la Margherita presentava un progetto avente per oggetto :” un campo scuola permanente di educazione stradale”(Sollecito l’Assessore a prenderne visione.)

La giunta e il Consiglio Comunale avevano dato il loro assenso ufficiale a voler intervenire nel problema, accettando di costruire una struttura stabile ,all’aperto, appositamente concepita e attrezzata per i giovani e i portatori di handicap, per consentire , su una rete stradale in scala ridotta, la circolazione di pedoni,ciclisti e di conducenti di veicoli, in rispetto di tutte le regole stradali e dei comportamenti connessi.

Il progetto era stato approvato all’unanimità, discusso in seduta congiunta dalla 3 e 4 commissione e sottoposto a uno studio economico da parte del personale tecnico del Comune e poi… è caduta la Giunta.

Il problema che veniva affrontato era ed è grande per numero e importante in quanto riguarda tante giovani vite.

Ogni fine settimana si realizzano uno o più incidenti , spesso mortali e nessuno che si prenda la briga di dare una mano a queste giovani vite spezzate.

La Provincia, Il Comune, L’Aci, devono passare dalla teoria ai fatti

Le statistiche descrivono una crescita costante della incidentalità nelle più giovani fasce di età ed evidenziano che nel 90% dei casi l’incidente è determinato dal fattore umano.

Esiste un piano nazionale della Sicurezza Stradale, esiste l’art. 230 del Codice della Strada che fissa programmi e metodi di educazione stradale nelle scuole di ogni ordine, ma nessuna attenzione , solo disattenzione.

Da una recente indagine è emerso che l’insegnamento della sicurezza stradale non ha avuto diffusione nelle scuole pubbliche e private, o sembrerebbe al massimo, relegato a iniziative di dirigenti scolastici scrupolosi e ad attività estemporanee poco apprezzate dagli studenti.

E’ necessario costruire una nuova cultura della sicurezza stradale evidenziando che l’elemento caratterizzante è costituito dalla scelta di affiancare all’obbligo della educazione nella scuola, un sistema di risorse, strumenti e incentivi che ne migliorino la fattibilità e la diffusione, come potrebbe essere un campo scuola permanente di educazione stradale.

Una teoria senza pratica spesso fa solo cultura.

Gli Enti Locali devono provvedere ad attenuare l’entità di tale problema; e,se non ne hanno le risorse, si devono avvalere di progetti finanziati da altri Enti , Regione, Comunità Europea , ma devono intervenire.

Il fenomeno sta assumendo l’entità di una epidemia e spesso è collegata all’uso di alcool, fumo e droghe leggere o pesanti che siano.

La vita umana deve essere considerata sacra, tanto più se si tratta di giovani

L’educazione alla vita è un compito della famiglia ma ,il sostegno organizzativo deve essere garantito dalla società con le sue Istituzioni, che non possono tirarsi indietro.

Se ci fosse un serio impegno per arginare tale problema, gli interventi a macchia di leopardo potrebbero coprire tutto il territorio nazionale con efficacia sui tristi eventi.

Le Istituzioni devono passare dalle parole ai fatti trovando tutte le risorse necessarie: le stragi del sabato sera sono una realtà ricorrente, non possiamo limitarci alla constatazione, è necessario un intervento efficace di informazione e formazione.

La Società civile deve intervenire con ogni mezzo al fine di interrompere questa catena di suicidi –omicidi, il Killer della Strada deve attenuare la sua violenza e questo è possibile solo se le Istituzioni a qualsiasi livello, comprese le scuole di ogni ordine, se ne facciano carico.

Sandro Marenzoni

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