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Aeroporto - Interviene Bartoletti
"Una notizia vecchia di un anno"
Viterbo - 24 aprile 2009 - ore 14,15

Giovanni Bartoletti
Copyright Tusciaweb
Riceviamo e pubblichiamo - Easy Jet, “A Viterbo? No grazie. Meglio Fiumicino”: Così titolavano le aperture di molti giornali locali già nel novembre 2008. Numerosi articoli, dello stesso tenore, si sono poi susseguiti periodicamente sino ad oggi lanciando cassandrici massaggi sulla opposizione delle due regine delle low cost (Ryanair e Easy Jet) a trasferirsi a Viterbo.

Qualche testata locale, più avvezza alle tematiche sanitarie che a quelle aeroportuali, si è addirittura accorta solo ora di una notizia dello scorso anno, e con grossolano sarcasmo, non ha perso l’occasione per denigrare, il sottoscritto, e quindi l’unico progetto che potrebbe affrancare la Tuscia da un secolare letargo.

Per vendere più copie bisogna anticipare le notizie, posticiparle non giova.

A volte viene però da chiedersi da che parte stiano alcuni dei nostri organi di stampa; eppure, i padroni dei giornali locali, sia a destra che a sinistra, sono gli stessi che durante le ultime elezioni amministrative hanno invaso la città di slogan pro-aeroporto.

In oltre tre anni di battaglie per l’aeroporto non si è mai letto un articolo delle principali testate di Latina e Frosinone denigrare, o ironizzare, sulla possibilità di costruire un scalo nelle loro città, mentre a Viterbo questo sembra sia diventato lo sport preferito.

Ci auguriamo che ciò dipenda da ordini di scuderia provenienti da Roma, o forse da Frosinone, perché altrimenti non si riesce a capire da cosa siano ispirati tutti questi profeti di sventura.

Sapevamo già che le suddette, autorevoli, compagnie low cost hanno, almeno per ora, boicottato la loro potenziale presenza nello scalo della Tuscia; tutto questo, proprio nel momento in cui appare ormai irrevocabile la decisione di delocalizzare il secondo scalo romano a Viterbo.

Sono gli ultimi colpi di coda di chi ha goduto per anni del privilegio, unico in Europa, di atterrare con voli low cost in uno scalo quasi interno al tessuto urbano della Capitale.

Queste compagnie non avranno alternativa, e lo sanno bene: o verranno a Viterbo o lasceranno per sempre il mercato romano. Fiumicino costa troppo per una compagnia low cost e, soprattutto, crea corti circuiti di mercato con le compagnie “convenzionali” che vedono le loro sorelle minori come il fumo negli occhi.

Di conseguenza, il gestore aeroportuale, ci penserà bene prima di far penetrare all’interno del principale scalo romano dei “tarli” che potrebbero rovinargli il business principale.

In pratica, conformemente a quanto avviene in tutta Europa, gli aeroporti principali sono destinati ai “full service carrier” come ad esempio le compagnie di bandiera e gli aeroporti più periferici sono finalizzati ai vettori “low cost”, così come già accade a Parigi, Bruxelles, Londra, Barcellona, Francoforte, Stoccolma, Amburgo e molte altre città.

Quest’ultimi, come sarà per Viterbo, sono i cosiddetti “scali di prossimità”, e distano tutti tra i 70 e i 120 chilometri dalle città di riferimento e ospitano, in genere, le compagnie a basso costo, quelle che offrono prezzi ridotti a fronte di economie di gestione aziendale, prima tra tutte la scelta dell’aeroporto di riferimento che consente di pagare ridotte tasse aeroportuali e ottenere bassi costi di esercizio.

Pertanto le anglofone sparate, di chi tra tre anni busserà alle nostre porte, anziché preoccuparci, contribuiscono a rafforzare ulteriormente l’indirizzo di Governo che prevede l’imminente chiusura di Ciampino, con la conseguente apertura dello scalo viterbese.

Ovviamente, quindi, il timore dei due colossi dei voli a basso costo rappresenta la conseguenza diretta dell’accelerazione dell’iter suddetto.

In ogni caso, anche se le due regine delle low cost decidessero di abbandonare la Capitale ci sarebbero comunque decine di concorrenti pronte ad accaparrasi un’invidiabile fetta di mercato di un polo aeroportuale che trasformerebbe la nostra in un centro europeo di prim’ordine.

Assessore all'aeroporto di Viterbo
Giovanni Bartoletti

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