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Giancarlo Torricelli, di Sinistra e libertà
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Riceviamo e pubblichiamo - Qualche giorno fa il sindaco di Viterbo, per motivare la sua mancata partecipazione alla manifestazione cittadina del 25 aprile,
ha cercato di addossarne la responsabilità all’atteggiamento dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi), “colpevole” di contestare il disegno di legge (sottoscritto dallo stesso Marini) che ha la pretesa di equiparare tutti i combattenti tra il 1940 e il 1945 (partigiani, militari e repubblichini).
L’Anpi non dovrebbe avere tutti i torti, se lo stesso Berlusconi in queste ore, nel tentativo di riscrivere il significato del 25 aprile e della lotta di liberazione, è costretto a prendere le distanze da una proposta di legge che riconosce gli stessi onori ed emolumenti di Stato a chi ha combattuto per la libertà e a quanti si sono alleati con i nazisti e contro il nostro Paese (l’Italia aveva rotto l’alleanza con i tedeschi).
La retorica sulla pietà per le vittime, profusa a piene mani dai sottoscrittori della proposta di legge, non c’entra nulla.
Qui siamo di fronte a un obbrobrio sul piano storico e giuridico che costringe lo stesso Berlusconi ad annunciarne il ritiro.
Marini, anziché accusare l’Anpi e gli antifascisti di voler strumentalizzare il 25 aprile, chieda scusa e ritiri la sua firma da un disegno di legge che rappresenta un esempio volgare di quello che ha prodotto il revisionismo in questo Paese.
Giancarlo Torricelli
Sinistra e Libertà