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Lo scalo viterbese non è per ora
Aeroporto, non facciamoci illusioni
di Oreste Massolo
Viterbo - 27 aprile 2009 - ore 1,50

Oreste Massolo
- Abbiamo assistito, negli ultimi tempi, a una "gara" per aggiudicare la paternità dell'aeroporto di Viterbo.

Sposetti, Gabbianelli, Marini sono stati i personaggi che hanno goduto del più ampio sostegno delle rispettive tifoserie.

Tutti si sono, però, dimenticati di un precedente storico: il Piano Regolatore della città, quello risalente al 1959, redatto dall'ingegner Smargiassi e dall'architetto Salcini.

In esso erano previsti una megacittà e un aeroporto civile al suo servizio.

Va anche ricordato che lo scalo viterbese fu cassato dal consiglio superiore dei Lavori pubblici e di conseguenza dal decreto di approvazione del presidente della Repubblica.

Sarebbe di notevole interesse rileggere le motivazioni con cui il consiglio superiore dei Lavori pubblici decise di esprimere parere negativo sull'aeroporto.

Forse vi si potrebbero trovare delle considerazioni ancora utili.

Si apprendono intanto altri particolari, peoccupanti.

Manca ancora una decisione defintiva sulla localizzazione a Viterbo: dovrebbe essere assunta dal ministro delle Infrastruture Matteoli, il quale ha dichiarato che "se non avessi trovato le cose fatte, avrei preferito Latina", in barba, aggiungo io, a tutti i parametri oggettivi indicati dall'Enac.

Lo scalo viterbese è strettamente legato (non c'è un prima e un dopo) a un collegamento ferroviario con la Capitale: mancano progetti e finanziamenti.

Non facciamosi illusioni: lo scalo a Viterbo non è per ora. Dovranno trascorre alcuni anni, nell'ipotesi migliore.

E dire che si era fatto credere che gli aerei stavano per atterrare: la pista era già pronta!

Oreste Massolo

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