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Viterbo - Influenza suini - La proposta della Coldiretti
Introdurre obbligo di indicare provenienza in etichetta
Viterbo - 27 aprile 2009 - ore 16,00

L'influenza suini si propaga anche in Europa
- E' necessario estendere immediatamente l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza anche per la carne di maiale al pari di quanto è stato già fatto per quella di pollo e per quella bovina dopo le emergenze aviaria e mucca pazza.

E' quanto afferma la Coldiretti di Viterbo, in riferimento  ai casi di influenza suina segnalati negli Usa e in Messico sui quali viene costantemente aggiornato il presidente degli Stati Uniti Barack Obama dopo la preoccupazione espressa dall'Organizzazione Mondiale per la sanità (Oms).

L’Italia non importa suini o carne di maiale dal Messico. Per l’organizzazione mondiale della sanità (Oms) il consumo di carne suina è sicuro e - precisa la Coldiretti - lo stesso Ministero del Welfare italiano ha giustamente ricordato nel documento informativo che ''l'influenza non viene trasmessa attraverso il cibo'' e ''come non vi sia alcun rischio di infezione attraverso il consumo di carne cotta''.
 
Ma di fronte alle emergenze sanitarie che si rincorrono servono misure strutturali con un sistema di etichettatura obbligatorio che indichi la provenienza e l'origine di tutti gli alimenti, come elemento di trasparenza per produttori e consumatori e a garanzia della sicurezza alimentare.

Secondo l'indagine Coldiretti-Swg la quasi totalità dei cittadini (98 per cento) considera necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti, per colmare una lacuna ancora presente nella legislazione comunitaria e nazionale.

Si tratta di una misura importante per la sicurezza alimentare con il moltiplicarsi di emergenze sanitarie che si diffondono rapidamente in tutto il mondo per effetto degli scambi, come nel caso del latte alla melanina proveniente dalla Cina, la carne di maiale alla diossina dall’Irlanda e l'olio di girasole dall'Ucraina. 

Il pressing della Coldiretti ha portato all'obbligo di indicare varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca, all'arrivo dal primo gennaio 2004 del codice di identificazione per le uova, all'obbligo di indicare in etichetta, a partire dal primo agosto 2004 il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto, dall'obbligo scattato il 7 giugno 2005 di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco, all'etichetta del pollo Made in Italy per effetto dell'influenza aviaria dal 17 ottobre 2005 e all'etichettatura di origine per la passata di pomodoro a partire dal 1 gennaio 2008.

Dal primo di luglio arriva anche l’obbligo di indicare l’origine delle olive impiegate nell’extravergine ma molto resta ancora da fare e per oltre il 50 per cento della spesa. L'etichetta resta anonima per la carne di maiale, coniglio e agnello, per la pasta, le conserve vegetali, ma anche per il latte a lunga conservazione e per i formaggi non a denominazione di origine. 

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