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Da Nepi a Orte - 11° Settimana della Cultura
Successo di pubblico lungo la via Amerina
Viterbo - 27 aprile 2009 - ore 19,30

- Grande successo per i tesori di Fabrica di Roma e Civita Castellana.

I due comuni, che fanno parte del progetto di valorizzazione del comprensorio della via Amerina, hanno preso parte con i loro preziosi reperti archeologici all'11° Settimana della Cultura che si è appena conclusa.

Un’occasione che ha richiamato un gran numero di persone, si stima in migliaia, che hanno visitato in concomitanza con questo evento nazionale la via Amerina, l’antica via romana, che si snoda per 50 chilometri da Nepi a Orte e che fu creata per raggiungere l’Umbria da Roma.

Grazie anche alle belle giornate di sole la strada che sale verso la Tuscia, immersa nelle coltivazioni di noccioli, tra campi coltivati e antiche vestigia etrusche e romane che affiorano, i tanti visitatori hanno scoperto i paesi della via Amerina sull’alto delle loro rocche che dominano la valle del Treja.

E poi la maestosità della chiesa romanica di Santa Maria di Falleri di Fabrica di Roma, l’antica Falerii Novi, che in questi giorni si è animata di persone richiamate dall’illustre presenza del Cippo dei Lari, un antico rinvenimento che si pensava ormai perduto.

Invece, grazie alla sapiente opera degli esperti della Soprintendenza per i beni archeologici dell’Etruria meridionale, il Cippo è stato ripulito e sistemato in fondo alla navata centrale della Chiesa.

Quando il comune di Fabrica di Roma acquistò il Palazzo e l’annesso giardino appartenuti al Conte Giuseppe Cencelli, per farne la propria sede, fu notato questo enorme cilindro di pietra tufacea che faceva mostra di sé tra le piante del giardino.

L’antica iscrizione, con la dedica ai Lari Compitali per la protezione del viaggio, era molto mal ridotta e solo il lavoro degli archeologici e la tecnologia adeguata hanno potuto riportarla alla luce.

Oggi possiamo ammirare questo reperto ma soprattutto sapere dalla sua iscrizione, che pare sia l’unico esempio esistente di devozione ai Lari Compitali, quanto gli antichi popoli falisci presenti nella Tuscia fossero devoti agli spiriti protettori che, secondo le tradizioni romane, vegliavano sul buon andamento della famiglia, della proprietà o delle attività in generale.

L'11° Settimana della Cultura è stata anche l’occasione per gustare l’enogastronomia locale nei tanti ristoranti ed agriturismi presenti lungo il percorso della via Amerina, e vedere da vicino anche l’altro cimelio esposto dalla Soprintendenza.

A Civita Castellana, nella suggestiva fortezza Sangallo oggi sede del museo archeologico dell’Agro Falisco, per la prima volta è stato esposto al pubblico un prezioso corredo funerario ritrovato in questa zona.

Si tratta di una testimonianza che attesta l’appartenenza del defunto all’aristocrazia dominante del VII secolo a.C. e ci riporta agli usi e costumi dei nostri antenati.

Nelle sale del museo sono stati sistemati tutti gli oggetti che appartenevano alla persona defunta e che, secondo le credenze del tempo, dovevano accompagnarlo nel suo viaggio nel mondo dell’aldilà.

Di questo prezioso corredo funerario fanno parte oggetti in metalli preziosi e pietre dure che dovevano essere di uso quotidiano tanto da far pensare ad una persona di ceto sociale elevato.

Per i ritardatari sarà ancora possibile visitarlo fino al 30 settembre secondo gli orari del Museo.

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