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Presenti, tra gli altri, l'avvocato Emanuele Verghini e la senatrice Laura Allegrini
Internazionalizzazione, presenato "Un ponte in rosa"
Viterbo - 29 aprile 2009 - ore 16,30

- “Un ponte in rosa”. Questo il titolo del reportage televisivo, realizzato e condotto dalla giornalista Francesca Romana Di Biagio, presentato ieri, martedì 28 aprile, alle 11, presso la "Sala Nassirya" del Senato della Repubblica, a piazza Madama 1.

Presenti il vicepresidente del Senato, Emma Bonino, la senatrice Laura Allegrini, promotrice del progetto, il senatore Giuseppe Menardi, presidente dell'Associazione Interparlamentare "Amici della Cina”, Thomas A. Rosenthal, della Fondazione Italia Cina, Giacomo Rustioni, della Camera di Commercio italiana in Cina, l’avvocato Emanuele Verghini, della Fondazione della Libertà per il sociale ed esponente del movimento dei Popolari Liberali del senatore Giovanardi.

Il reportage, patrocinato dal Senato, Fondazione Italia Cina, Camera di commercio italiana in Cina, Associazione giovani italiani nel mondo e  sponsorizzato da SPIB Insurance Brokers e BC& I Insurance Brokers, nasce con l’intento di comprendere come lo scambio economico tra differenti nazioni possa favorire il progresso sociale femminile e si pone l’obiettivo ambizioso di divenire un appuntamento annuale, per fare luce, attraverso gli occhi delle donne, sul legame tra Italia e Cina e sullo stato della nostra impresa all’estero.

E' ambientato interamente a Shanghai, capitale economica della Cina, ed è un progetto dedicato al rapporto tra internazionalizzazione e crescita professionale femminile. Come ha spiegato in apertura la senatrice Allegrini.

Poi Emma Bonino ha voluto sottolineare come il lavoro rappresenti: “Un proseguimento di ciò che avevo cercato di realizzare. Mi ero resa conto che in Italia esiste un realtà di impresa al femminile estremamente dinamica, ma sconosciuta all’estero. Mi chiesi il perché e realizzai un forum a Milano di donne imprenditrici. Fu un successo: la sala era piena di vitalità.
Ciò ci diede lo stimolo a ripetere l’esperienza a Bari per donne imprenditrici dell’Est Asiatico, fino al Kazakistan.
Tutto questo sfata uno stereotipo molto diffuso: non è vero che le donne, quando si occupano di imprenditoria, si interessano solo di moda, profumi o simili. Molte di esse si interessano di ingegneria ad esempio. Integrare i rapporti con realtà imprescindibili come la Cina era un ulteriore slancio e impegno da seguire. La crisi, poi, ma già prima, ci aveva portato a concludere che essa, sia per dimensioni che per dinamismo, era un partner imprescindibile, perché le possibilità di sinergie sono maggiori di quelle di scontri.

Sono più le potenzialità che le minacce, non perché esse non ci siano. Lo stesso vale per altre realtà: dal Sud Africa, all’India al Brasile. Penso che proprio la crisi ci spinge a non chiuderci in politiche protezioniste che possono darci slogan rassicuranti, ma falsi. Non è vero che una politica autarchica dia più prospettive. Dobbiamo, al contrario, rafforzare l’Europa, perché c’è una minaccia di cannibalizzazione interna tra i paesi Europei dietro slogan e assonanze preoccupanti. Spero si potrà andare oltre”.

Concetto condiviso e ribadito dal senatore Menardi che ha definito “Un boomerang, un errore il rinchiudersi nella propria cittadella”.

Anch’egli ha voluto sottolineare come “Le donne sono la punta di diamante di questo progetto. Sono il futuro. Esse hanno più consapevolezza del senso di comunità internazionale e ci danno un senso di sicurezza e fratellanza anche durante le guerre”.

E questo è tanto più vero in Cina, proprio per la politica maoista. Mao, infatti, diceva: “Le donne sono l’altra metà del cielo”, come ha ricordato Rosenthal.

E, ha aggiunto Rustioni, “Le donne sono sempre più rilevanti in Cina perché, proprio per la politica di Mao, sono viste come fonte di sviluppo economico, sociale e culturale”.

Egli, dopo aver letto il messaggio del Presidente della Camera di Commercio italiana in Cina, ha spiegato che il patrocinio al progetto c’è stato “Perché ci siamo riconosciuti nel messaggio”.

Infine, prima della proiezione del reportage, è stata la giornalista De Biagio a raccontare la sua esperienza e a lanciare un appello: “Ringrazio tutti. Sono emozionata perché è più di un anno che porto avanti il progetto. La senatrice Allegrini mi ha dato la forza e il coraggio di crederci e di avere il patrocinio del Senato. Ho avuto la possibilità di dimostrare che con la buona volontà si ottengono risultati: le donne intervistate hanno grinta. ‘Ponte in rosa’ è stata una sfida. Grazie alla Fondazione Italia Cina con cui spero di continuare a collaborare. Esso è stato tradotto anche in cinese e fa vedere come il confronto col diverso da noi comporta un arricchimento, anche umano.

C’è una parte d’Italia dall’altra parte del mondo estremamente vitale. Spero che ‘Ponte in rosa’ non sia un progetto che finisca, ma che possa andare avanti. Sono a disposizione per fare un altro progetto, anche con altre parti del mondo per conoscere storie con cui ci dobbiamo confrontare per ricevere messaggi positivi di cui in questo periodo abbiamo bisogno”.

Mettendo a frutto tutta la sua esperienza di giornalista professionista che scrive di cultura e costume per Il Giornale, Libero, Panorama Economy e la rivista e20.

Ha curato e condotto vari programmi per Class Cnbc, Mediaset e Mediolanum Channel.

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