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Giulio Marini
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Riceviamo e pubblichiamo -
Mi preme chiarire a Sposetti, dopo il suo intervento sulla stampa, quale sia stato lo spirito con cui Barani mi chiese di firmare il disegno di legge sulla costituzione dell’ordine del Tricolore.
E' stato lo spirito positivo di chi cercava in quel momento di dare una sorta di pacificazione ai fatti accaduti nel periodo a cavallo della seconda guerra mondiale.
E con questo suo stesso spirito ho deciso di firmarlo.
Non c’era però, e questo tengo a sottolinearlo, nessuna volontà di riconsiderare la storia, di “correggere” in qualche modo il significato dei fatti, di affievolire il ricordo e la percezione del valore, del sacrificio e del coraggio di chi ha combattuto per il paese.
Quello stesso spirito di pacificazione induce oggi l’onorevole Barani a ritirare il disegno di legge, eliminando così il motivo del contendere e confermando la bontà delle sue intenzioni.
Da parte mia resta attuale il tentativo di capire una storia mai vissuta, con la difficoltà di entrare nello spirito di un momento storico per la sicurezza e la serenità che mi regalano le conquiste sociali e morali del nostro tempo.
Ma anche con lo scrupolo di non dare un significato precostituito e inespugnabile alle cose, magari con il rischio di sbagliare, ma con la possibilità comunque di scoprire qualche tassello in più di una storia che a volte ci sfugge nelle sue tante sfumature, ma non nella sua, a volte devastante, drammaticità.
A tal proposito vorrei dire all’onorevole Sposetti che già da tempo ho programmato un viaggio con mio figlio in treno ad Auschitwitz. Per non dimenticare.
Resto un uomo di questa epoca che cerca solo di capire, ma con la serenità e la curiosità di chi non ha delle convinzioni per partito preso, e soprattutto non ha la necessità di rinnegare di essere stato comunista.
Giulio Marini
