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Viterbo - Il consigliere Pd: "Condividevo gli emendamenti, ma era una provocazione"
Palozzi, ostruzionista per principio
di Giuseppe Ferlicca
Viterbo - 2 aprile 2009 - ore 1,40

- Ostruzionismo sì, ma solo per una questione di principio.

Dopo la “notte brava” in consiglio provinciale, Maurizio Palozzi (Pd) spiega come mai ha votato contro due emendamenti, astenendosi sul terzo, presentati dall’opposizione, ma appoggiati dalla maggioranza, in cambio del ritiro dei 2618 firmati Udc & C. Mettendo in dubbio anche il suo voto al bilancio.

Ipotesi poi scongiurata. Ieri il suo sì è arrivato.

Che è successo? Stanchezza causata dalla seduta fiume?

“Facendo parte di una maggioranza – spiega Palozzi - e avendo condiviso l’elaborazione del bilancio, non avrebbe avuto senso votare contro”.

Allora come mai ha deciso di non attenersi agli accordi della sua maggioranza e del suo partito l’altra sera?

“E’ stata una scelta – spiega Palozzi - legata a una questione di principio. Quest’anno, come quelli precedenti, c’è sempre stato l’impegno come maggioranza, a non presentare emendamenti legati al territorio in cui viviamo. La coperta è sempre corta e non essendoci fondi a sufficienza per andare su situazioni particolari”.

Invece stavolta sono passati gli emendamenti della minoranza, con il benestare anche del suo partito. “Un atteggiamento che mi ha deluso – continua il consigliere Pd – abbiamo cambiato rotta. Ma gli impegni presi vanno mantenuti. Altrimenti anche io avrei potuto presentarne alcuni, dando il mio contributo su alcune situazioni che io ritenevo importanti”.

Quelli della minoranza, visti gli argomenti, possono essere condivisi. “Con il mio ostruzionismo – continua – ho voluto ribadire una questione di principio. Pur condividendo nella sostanza gli emendamenti passati. In un’altra situazione li avrei potuti sottoscrivere”.

Bene la sostanza, male la forma. “Abbiamo inaugurato una prassi - sostiene Palozzi – in base alla quale presentando un numero consistente di emendamenti, qualcuno chiederà di mediare e si può arrivare a un compromesso. Scherzando potrei affermare che alla prossima occasione ne potrei presentare qualche migliaio anche io, poi attendere i mediatori”.

In questo caso, arrivare a un compromesso serviva. Passare in rassegna 2618 emendamenti significava restare in sala del consiglio per settimane.

“Ma l’obbligo d’approvazione del bilancio – fa notare Palozzi – è slittata al 31 maggio. Avevamo tutto il tempo. Anche per trovare altre somme per due emergenze quali viabilità ed edilizia scolastica, essendo cambiati i parametri del patto di stabilità.

Invece abbiamo creato un precedente pericoloso. La mia intenzione di presentare una valanga d’emendamenti era una provocazione, ma il concetto di fondo rimane in piedi".

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