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Viterbo - I servizi di salute mentale della Tuscia in gravissimo stato
"Basta trattare i nostri ragazzi come pecore in transumanza"
Viterbo - 30 aprile 2009 - ore 14,40

Vito Ferrante
- Poche strutture. Poco personale. Servizi a rischio. E' questo il quadro dell'assistenza ai cittadini viterbesi con problemi psichici.

Questa mattina durante una conferenza stampa voluta dalla consulta per la salute mentale della Asl di Viterbo, il presidente dell'associazione Familiari e sostenitori sofferenti psichici della Tuscia, Vito Ferrante, ha fatto luce sul gravissimo stato in cui versano i servizi e le strutture dell'intera provincia.

La carenza di prestazioni psichiatriche nella Tuscia lede il diritto costituzionale alla salute, articolo 32, in quanto i parametri dei livelli assistenziali, indicati nel progetto obbiettivo salute mentale 1998-2000 tuttora in vigore, non raggiungono neanche la sufficenza scritta nel progetto.

Il Dsm, dipartimento di salute mentale, ha solo otto posti letto in tutta la provincia, ma la legge afferma che ne è previsto uno per ogni diecimila abitanti.

Dividendo il numero degli abitanti di tutta la nostra provincia per il parametri voluto dalla legge il risultato è molto più alto, i posti letto dovrebbero essere almeno trenta.

Per non parlare dell'unico reparto ospedaliero, anche questo numero fuori legge, in quanto dovrebbero essere almeno tre le strutture ospedaliere adibite al ricovero di pazienti con problemi psichici all'interno di una provincia, che non offre spazi per le attività dei ragazzi, dove le finestre sono troppo alte e le camere troppo strette.

La situazione non è più sostenibile, i pochi operatori rimasti, anche questi naturalmente sotto il numero previsto, non riescono neanche più a fare la presa a carico del paziente.

E non riescono espletare i servizi domiciliari per ragazzi che hanno problemi a raggiungere il centro.

“Quattro dei nostri più validi elementi – afferma Ferrante – sono andati in pensione a inizio anno, i loro sostituti non sono ancora arrivati, penso a questo punto che non arriveranno mai.

Lavorare senza operatori è impossibile, abbiamo quattordici precari – continua il presidente dell'associazione – che purtroppo hanno contratti sempre più brevi, e questo in psichiatria non aiuta molto.

I dottori non riescono a instaurare alcun rapporto di fiducia con i malati perché il loro tempo da passare insieme è sempre troppo esiguo. Un esempio è il contratto da me firmato a una psicologa di soli dodici giorni.

I concorsi per nuovi posti di lavoro sono bloccati. Provincia, regione e governo giocano a scarica barile, ogni volta che si chiedono risposte a tutto ciò. Siamo stanchi che i nostri ragazzi vengono trattati come pecore in transumanza".

C'è da ricordare anche chi però ha lottato per raggiungere qualche obbiettivo in queste vicende.

"Giuseppe Aloisio, direttore gererale della Asl, - afferma Ferrante - ha fatto tanto per questi ragazzi, riuscendo a spostare a Belcolle il loro reparto, facendo costruire un centro diurno a Vetralla, sbloccando i tiricini dei laureandi in questa branca della medicina ed infine ma non certo meno importanti, facendo costruire le due strutture pubbliche adibite a comunità.

L'associazione crede in un nuovo progetto, chimato “Abitare”, creato solo con le nostre poche risorse finanziare e con l'aiuto dei pochi sponsor che credono in noi, i facchini di S.Rosa, la banca di Viterbo e la Ciminauto".

Scopo del progetto è trovare tre o quattro elementi che potrebbero convivere bene e dargli una casa vera.

L'associazione ha già firmato ben quattro contratti d'affitto a nome dei ragazzi, che comunque partecipano alle spese che una normale abitazione può avere.

Ragazzi che non hanno ormai più bisogno di assistenza visto che sono diventati autonomi.

"Questo progetto - conclude Ferrante - ha lo scopo di ridare dignità a ragazzi che la società, purtroppo, ha sempre sbeffeggiato. Una società che ancora non comprende che un malato non è solo “della mamma”, ma di tutti".

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