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Viterbo - Precisa: "Non voglio essere d'ostacolo al disegno di Regione e Ato"
Siit, il presidente Valentini si dimette
di Giuseppe Ferlicca
V
iterbo - 30 aprile 2009 - ore 17,45

Il presidenteRoberto Valentini
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- E' la prima conferenza stampa per Roberto Valentini. Ma è anche l'ultima da presidente del Siit.

Perchè è quella in cui ha comunicato le sue dimissioni dall'incarico. Per tre valide ragioni contenute nei tre punti all'ordine del giorno dell'assemblea di questa mattina. In cui è stato approvato il bilancio della società che porta l'acqua nelle case dei viterbesi dove ancora non c'è Talete e che vende a quest'ultima l'acqua.

Bilancio approvato, ma con il voto contrario di sette comuni: Tarquinia, Acquapendente, Marta, Tessennano, Arlena, Piansano e Montefiascone. Scelta non semplice da capire.“E che ha rafforzato la mia intenzione nel voler lasciare l'incarico.

Chiudiamo con un utile di ottomila euro – spiega Valentini – il Siit è a sola società partecipata a essere in attivo nella nostra provincia. Un risultato ottenuto non senza sacrifici, visto che la tariffa è ferma dal 2004”. Invece c'è chi dice no.

Soltanto alcuni comuni hanno motivato il voto contrario. Acquapendente per analogia con l'anno precedente in cui aveva ancora detto no, Piansano e Tarquinia perché il Siit ha emesso nei loro confronti decreti ingiuntivi per mancati pagamenti.

“In ogni caso – osserva Valentini – non ragioni tecniche”.

Il secondo punto all'ordine del giorno era il trasferimento di beni e servizi a Talete.

L'Ato ha deliberato che deve avvenire a titolo gratuito entro la fine di maggio, ma l'assemblea Siit ha rimandato la decisione al 20 maggio. La materia è controversa perché il parere sulla fattibilità del passaggio, richiesto dalla Regione ancora non c'è. Nonostante questo l'Ato ha già detto sì. Senza considerare che il Siit vanta un credito di tre milioni nei confronti di Talete per acqua venduta, ma mai pagata.

Un piano di rientro era stato predisposto, ma la società ha pagato solo un paio di rate. “Si era pensato – spiega Valentini – nel passaggio a Talete dei dipendenti Siit, sarebbe stato trasferito il debito per il tfr, per recuperare somme”.

Inoltre, dal momento che il Siit fornisce l'acqua anche comuni fuori dall'Ato (come Civitavecchia o Orvieto) e Talete non può, la società continuerebbe la sua attività con queste amministrazioni una volta ceduto tutto a Talete, comprando da quest'ultima l'acqua senza pagarla, fino a esaurimento del debito. Ancora una volta però, il piano non è stato attuato. Bloccato dall'Ato in attesa della formalizzazione dell'accordo con la Regione.

Tutto rinviato anche per quello che riguarda il decreto ingiuntivo nei confronti di Talete per recuperare i tre milioni dovuti.

Insomma. Una situazione d'incertezza in cui il presidente ha scelto di farsi da parte. E non è detto che altri nel consiglio d'amministrazione non decidano di seguire la stessa strada.

“Non volendo essere individuato – ha detto ai soci in una lettera – come ostacolo all'attuazione del disegno messo a punto dalla Regione e dall'Ato, preferisco fare un passo indietro”.

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