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Viterbo - Rapporto congiunturale sull'artigianato nel Lazio presentato da Cna e Istituto Guglielmo Tagliacarne
"Salvaguardare le piccole imprese, determinanti per la ripresa"
Viterbo - 3 aprile 2009 - ore 16,00

- “Non possiamo rischiare che, sotto i colpi della crisi, le risorse umane presenti nell'artigianato vengano disperse. Salvaguardare le piccole imprese, significa contribuire a mantenere la coesione sociale e un patrimonio di competenze che saranno determinanti per la ripresa”.

E' quanto afferma Adalberto Meschini, segretario della Cna Associazione Provinciale di Viterbo, commentando il Rapporto congiunturale sull'artigianato nella regione curato da Cna Lazio e dall'Istituto Guglielmo Tagliacarne, con il contributo dell’Assessorato alla Piccola e Media Impresa, al Commercio e all’Artigianato della Regione e di Unioncamere Lazio.

Il primo dato evidenziato dallo studio, che mette a fuoco le dinamiche del secondo semestre 2008, è, infatti, la tenuta dei livelli occupazionali nelle piccole e nelle micro imprese, nonostante queste ultime abbiano sofferto la crisi più delle altre, come indica la variazione del fatturato, che nella Tuscia è diminuito del 6,2 per cento nel secondo semestre 2008 rispetto al primo semestre dello stesso anno e del 2,9 nel 2008 sul 2007 (nel Lazio, si è registrato un -9,5 per cento nel primo caso e un -5,9 nel secondo).

“Questi numeri confermano che le criticità si sono accentuate proprio nell'ultima parte del 2008”, osserva Meschini, facendo comunque notare che, su base annua, nella provincia di Viterbo una impresa su cinque è riuscita ad accrescere i ricavi, mentre il 38,5 per cento ha rilevato una diminuzione e il 32 per cento una stabilità.

A livello settoriale, le difficoltà più marcate riguardano i servizi, seguono il manifatturiero e le costruzioni.

Preoccupanti, per il primo semestre 2009, in rapporto allo stesso periodo del 2008, le previsioni del fatturato. La contrazione maggiore è attesa nella Tuscia: il 50,8 per cento delle aziende (40,4 la media regionale) si aspettano una flessione, solo il 20 per cento, al contrario, un aumento. All'orizzonte, dunque, c'è un accentuarsi delle difficoltà. Ciò vale anche per l'andamento dell'occupazione. Il saldo tra le imprese che dichiarano di voler assumere e quelle che temono di dover licenziare si attesta, infatti, a un -13,9 per cento.

Un altro termometro significativo è il ricorso al credito. Il 54,2 per cento delle aziende artigiane laziali hanno richiesto finanziamenti, nell'ultimo semestre 2008, per fabbisogno di cassa, il 13,1 per l'innovazione dei processi aziendali, altrettante per il rinnovo delle strutture, il 6,5 per le scorte. “Abbiamo un riscontro di questa tendenza nei numeri della nostra Cooperativa di garanzia, Artigiancoop. Nel primo trimestre del 2009, dei 4milioni e 400mila euro di finanziamenti concessi, ben 1milione e 800mila sono stati finalizzati al ripristino di liquidità”, afferma il segretario della Cna.

Come si può uscire dalla crisi, secondo le imprese? La prima risposta è che bisogna dare priorità alle iniziative volte a stimolare i consumi e, soprattutto, a restituire fiducia alle famiglie (lo sostiene il 69,1 per cento degli intervistati). Sono considerate, inoltre, leve importanti le agevolazioni fiscali (56,8), gli incentivi agli investimenti (59,9), il sostegno nell'accesso al credito (23,5), la semplificazione amministrativa (19,1).

“Occorre un'azione coordinata tra istituzioni, imprese, parti sociali e banche, per superare questo periodo così duro per il nostro sistema economico e per creare le condizioni per la ripresa, per avviare i cambiamenti che potranno dare competitività all'impresa: dai miglioramenti qualitativi dei servizi e dei prodotti alla riorganizzazione interna, all'adozione di più efficaci strategie commerciali. La solidità e la capacità di resistere alla crisi finora mostrate dalle piccole aziende, sono un valore per il futuro”, conclude Meschini.

Le interviste per la elaborazione del Rapporto sono state effettuate dal 7 al 27 gennaio.

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