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Aeroporto e Pd - ll corsivo di Bruno
Ben venga il dissenso
di Severo Bruno
Viterbo - 6 aprile 2009 - ore 1,30

Severo Bruno
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- L'aeroporto, Fersini ed il Pd.

Recentemente le cronache locali hanno registrato con molta evidenza un contrasto tra le dichiarazioni di un consigliere comunale del Pd, dichiaratosi in consiglio comunale contro l'ubicazione dell'aeroporto, e la politica seguita dal suo partito, dichiaratosi apertamente e più volte favorevole a quella scelta strategica.

Il clamore mediatico dedicato al caso è stato notevole, forse un poco esagerato, visto che in fondo si trattava di una opinione personale che, come tale, va salvaguardata, clamore rinforzatosi dopo la pubblicazione di reprimende apparse francamente fuori misura.

Il dissenso di un consigliere comunale su una posizione già decisa dal partito di appartenenza, è sempre un caso che fa discutere, ma che rientra nell'ambito di dinamiche democratiche scontate, quasi fisiologiche, in una democrazia rappresentativa.

Quel che invece appare un po' fuori degli schemi sono le caratteristiche della manifestazione del dissenso, fatta in pubblico, in consiglio, senza neppure una anticipazione né un passaggio nel partito. Su questo, anche io, a puro titolo personale, esprimo perplessità e riserve.

Chiarito ciò, tuttavia, non sento di condividere la pesantezza dei rilievi che ho letto sulla stampa, né i suggerimenti avanzati, perché mi sembra che nel recentissimo passato è accaduto ben altro in Provincia e con più gravi conseguenze politiche, senza che si alzasse alcuna voce di condanna, malgrado la posta in gioco fosse altrettanto importante e decisiva per l'immagine del partito .

L'occasione si presta per qualche ulteriore considerazione relativa alla configurazione sistemica che il mondo politico nazionale va assumendo in questi ultimi tempi per effetto degli atteggiamenti assunti da consiglieri, sindaci e presidenti di regione in rotta di collisione con il segretario di partito, colpevole di aver ventilato l'opportunità di loro dimissioni.

Le contestazioni hanno fatto riferimento ad un presunto rapporto diretto che si sarebbe costituito tra gli eletti ed i loro elettori, inconciliabile con qualsiasi altro organismo di controllo e di indirizzo politico.

Secondo questa curiosa teoria, il simbolo del partito ed i suoi elettori dovrebbero dunque esser posti a disposizione del candidato di turno, il quale, una volta eletto, diventerebbe però padrone dei voti ottenuti ed arbitro unico dell'uso da farne.

In sostanza, sarebbe nato un partito degli eletti, diverso dal partito che li ha proposti e candidati, con tutti i pericoli per il quadro politico che una situazione simile comporta quanto ai temi del mantenimento degli schieramenti e delle maggioranze.

Certamente questo non è il caso del consigliere Fersini che si è limitato ad esternare sue personali perplessità, senza alcuna implicazione politica e di schieramento, almeno per quanto risulta dalle sue dichiarazioni. Se ne dovrebbe parlare, quindi, nelle sedi politiche opportune, per portare a termine l'opera di sintesi indispensabile per un atteggiamento unitario, e non altro.

Quanto al resto, e cioè al preteso partito degli eletti, si deve affermare con forza che ogni elettore deve essere garantito che in ogni momento potrà controllare e far controllare l'operato dei suoi candidati dall'organo che ne ha raccomandato la fedeltà alla linea politica professata.

In difetto di questo controllo, invece, ogni elezione ottenuta equivarrebbe per l'individuo alla fondazione di un proprio partito personale, magari ideato con i piedi su un predellino nella pubblica piazza.

Infine, una raccomandazione per il futuro.

L'argomento aeroporto è importante, suggestivo, decisivo per l'auspicato sviluppo della città, ma non è tutto compreso, come certi pacchetti turistici in paesi esotici.

Ci sarà molto da dire, da indagare, e suggerire, correggere e impostare, per fare in modo che un simile investimento si possa poi tradurre in incremento di lavoro e intraprese economiche cittadine.

Per questo motivo, ben vengano pareri diversi, dissensi ragionati, soluzioni il più possibile discusse e travagliate nel processo deliberativo, purché alla fine si possa dire che quel partito e non altri hanno esaurito gli angoli di visuale e le ipotesi critiche possibili.
Da parte mia, cercherò di rimanere tra gli osservatori attenti.

Severo Bruno

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