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Viterbo - La Fp Cgil chiede ad Aloisio notizie sul servizio di Ostetricia di Tarquinia
"Chi garantisce che il sangue arrivi a destinazione?"
Viterbo - 9 aprile 2009 - ore 17,00

Riceviamo e pubblichiamo
- La Fp Cgil chiede al direttore generale della Ausl, come è possibile che il sangue del cordone ombelicale a Ostetricia e Ginecologia di Tarquinia non passa attraverso il SitAziendale (Servizio Immuno Trasfusionale), ma viene trasportato dai volontari della Croce Rossa al SIT di Civitavecchia, il quale appartiene ad una Asl Romana.

Questo Sindacato ritiene che tutto questo sia improponibile e, pone quindi diversi quesiti:

come può un servizio pubblico consegnare una sacca di sangue donata in una struttura pubblica a 2 volontari della Cri?

Chi garantisce che il sangue arrivi a destinazione?

La tracciabilità del sangue per quanto riguarda la nostra struttura è praticamente inesistente per almeno una settimana; la certezza dell'arrivo delle sacche si ha quando la Banca comunica alla Unità quelle risultate idonee.

Per noi sussiste anche un problema di privacy, in quanto al volontario oltre alla sacca vengono consegnati tutti i documenti necessari per le fasi successive, documenti che trattano notizie personali della donatrice, del maritoe del neonato.
La signora che in modo altruistico dona il sangue, viene informata che quella sacca verrà portata al Sit di Civitavecchia?

Nel momento in cui la sacca con il sangue arriva al Sit e viene effettuata la procedura di registrazione, quella sacca è a totale carico del servizio immuno-trasfusionale, in quanto la registrazione rappresenta l’atto ufficiale con il quale il Sit prende in carico l’unità di sangue placentare e mette in pratica il legittimo esercizio di attività di controllo sulle politiche riguardanti il sangue che sono di competenza assoluta del Sit, quindi in caso di problemi futuri a chi viene attribuita la responsabilità?

Il Sit della Ausl di Viterbo non ha nessun dato che riguarda l’attività svolta a Tarquinia e nessuna forma di controllo,considerato un fiore all’occhiello nella nostra Azienda e, avendo un sevizio di trasporti secondari 24 ore su 24, non si capisce per quale motivo dobbiamo utilizzare una macchina della Cri per portare la sacca in un altro ospedale.

L’attività del personale sanitario che porta avanti in maniera egregia questo servizio, dove risulta ufficialmente?

Possibile che fino ad oggi nessuno si è posto questo problema? Eppure esiste un Comitato di Buon Uso del Sangue, un Direttore Sanitario del Presidio di Frontiera di Tarquinia.

In verità qualcuno un po’ di tempo fa delle domande aveva cominciato a farle, ma era stato vivamente consigliato di non interferire, motivando il tutto come un problema di campanilismo (ovviamente nessuno ci ha creduto).

Ora direttore a lei si potrà imputare tutto, tranne il fatto che abbia paura di affrontare situazioni complicate, quindi è a Lei che ci rivolgiamo per aiutarci a svelare l’arcano e capire finalmente una volta per tutte le vere motivazioni.

Ma soprattutto la esortiamo a riportare le cose sul giusto binario, facendo in modo che il sangue placentare donato nella sala parto dell’ospedale di Tarquinia, venga inviato al nostro Servizio Immunotrasfusionale e, ricordando a più di qualcuno, che le Unità Operative e le Risorse ad esse assegnate(umane e materiali) così come le attività che vengono prodotte non sono proprietà privata, ma sono patrimonio della Ausl, dalla quale questi signori vengono regolarmente stipendiati.

Antonella Ambrosini - Sergio Riccardi
La segretaria provinciale Sanità Pubblica - Segretario generale

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