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Università della Tuscia - In seguito alla riunione per il salario accessorio del personale tecnico-amministrativo
La Rdb è contraria all'accordo
Viterbo - 30 dicembre 2009 - ore 17,00

Riceviamo e pubblichiamo - Ieri si è riunita la delegazione trattante per il salario accessorio anno 2010 del personale tecnico amministrativo della Università della Tuscia.

Finalmente e purtroppo costatiamo che la Rdb aveva ragione a denunciare che il decreto Brunetta e gli accordi nazionali sottoscritti da Cisl, Uil avrebbero comportato la decurtazione di parti sostanziali di salario accessorio.

Per mesi la Cisl in molti posti di lavoro ha speso parole per rassicurare i lavoratori che il taglio del 10% del fondo salario accessorio sarebbe stato reintegrato in virtù delle rassicurazioni avute dal proprio nazionale.

Alla prova dei numeri mancano circa 150mila euro.

La RdB ha sostenuto che la decurtazione del fondo, che comporta una diminuzione di reddito pro capite, per ogni lavoratore, di circa 400 euro annue, dovesse interessare in primis le indennità di responsabilità.

Tale nostra indicazione nasceva da varie considerazioni: l’Università sta varando un piano di ristrutturazione della sua organizzazione tale per cui verranno più che dimezzati i posti suscettibili di tale indennità; se diminuiscono il numero delle indennità deve ridursi anche il valore delle indennità stesse perché i sacrifici vengono affrontati da tutto il personale anche da quelli posizionati in alto nella organizzazione funzionale.

Di fronte a tutto ciò noi apprezziamo la proposta dell'amministrazione nella figura del rettore di incrementare la parte fissa del salario ma non ci capacitiamo del perché le posizioni di responsabilità, che riguardano una minoranza del personale posta in alto della carriera, non possano essere di fatto ridotte o annullate.

Vorremmo sbagliarci ma ultimamente abbiamo la vista lunga: il motivo per cui non si toccano sostanzialmente le posizioni di responsabilità potrebbe risiedere nel fatto che chi è destinatario di tale indennità è di fatto, ai sensi del decreto Brunetta, già inserito nel gruppo di eccellenza e quindi fruitore di maggior salario accessorio futuro e di potenziali premi e semplificazioni nei passaggi di carriera?

Per questi motivi ieri RdB non ha firmato l’accordo perché non ci piace che la meritocrazia venga fatta con i soldi contrattualmente già dei lavoratori, perché ci sembra discutibile che vi siano alcuni lavoratori più protetti di altri nel reddito e nella professionalità.

La trattativa è andata in porto, Cgil, Cisl e Cisal in linea con la loro idea di meritocrazia pagata coi soldi di tutti, hanno sottoscritto con l’amministrazione. Vorremmo non dover dire tra un anno che anche in questo caso avevamo ragione visto che i danni degli accordi siglati da alcuni sindacati nel tempo sono sempre i lavoratori a pagarli.

Sergio de Paola
Rdb

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