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Viterbo - Tarquinia - La risposta di Daga a Mazzola
"Il potere dà alla testa"
Viterbo - 10 febbraio 2009 - ore 17,30

Riceviamo e pubblichiamo - Mi capitava spesso di ripetere agli assessori del mio comune di cui ero inesperto sindaco a 27 anni che non dovevamo mai montarci la testa perché eravamo amministratori di uno dei tanti comuni d'Italia, in tutto 8.200 e sicuramente tra i non più importanti.

Lo dicevo e lo dico tutt'ora conscio che il potere è una brutta bestia e se ti prende, come spesso accade, ti fa cadere in una sorta di delirio di onnipotenza mostrandoti una realtà che ti fa vedere solo quello che tu desideri.

Posso dirlo con tranquillità per essermene allontanato con distacco.

È un suggerimento che voglio dare serenamente al sindaco di Tarquinia che rischia di essere travolto da questa sindrome. Anche lui, come tutti noi, è destinato a passare. Per queste ragioni non riesco a comprendere il motivo della polemica nei confronti di alcuni di noi che si sono recati volontariamente in Sardegna per aiutare, nel limite delle nostre modeste possibilità a dare una mano a loro così come accaduto in passato per altri candidati, a Viterbo, Roma, in Calabria e in altri posti.

Lo abbiamo fatto senza polemica e senza dare fastidio a nessuno. Ora vediamo un accanimento inspiegabile per questa scelta, mentre stiamo conducendo una dura campagna contro l'invadenza e lo strapotere di Berlusconi che vuole annettere ad Arcore anche la Sardegna.

Noi ci stiamo battendo anche per il partito democratico, quello di Soru e non quello che lo ha fatto cadere. Non chiediamo di essere ringraziati ma solo di essere rispettati.

Il sindaco pro tempore di Tarquinia dice, ora, che non ho contribuito alle sue elezioni. Non capisco perché se ero così ininfluente mi ha pregato ripetutamente di fare comunicati stampa, telefonate e comizi insieme a lui, alla presenza di centinaia di persone tutte testimoni.

Una cosa è vera: quando mi ha chiesto cosa pensavo della sua candidatura gli ho risposto con franchezza di scegliere un altro all'interno del Partito Democratico perché lo ritenevo inadeguato al ruolo di sindaco e che comunque tra lui e Giulivi ero obbligato a sostenerlo anche per il motivo di essermi opposto spesso da solo per cinque anni al centro destra.

Non so dire a chi i fatti abbiano dato ragione. Qui per me finisce il botta e risposta perché impegnati in un compito molto più importante che rispondere alle polemiche di bassa cucina che ci fanno perdere solo tempo prezioso.

Luigi Daga

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