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Viterbo - Tarquinia - Università agraria - Antonelli: "Debito fuori bilancio dovuto agli ex presidente dell'ente"
"I miei predecessori hanno la memoria corta..."
Viterbo - 11 febbraio 2009 - ore 12,45

Riceviamo e pubblichiamo
Alessandro Antonelli, presidente dell'Università Agraria
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- I miei predecessori continuano a rilasciare dichiarazioni a mezzo stampa travisando dati e parole, ma credo che ormai i numeri parlino da soli e la popolazione abbia abbondantemente capito come in passato è stata amministrata l’Università agraria.

Capisco il loro disappunto, ma non si può mistificare la realtà.

Non mi resta che prendere atto del fatto che Mancinelli non sappia cosa è un debito fuori bilancio, non ricorda gli anni in cui è stato presidente, non si è accorto del fatto che anche in sua presenza abbiamo sempre posto in essere i necessari ricorsi avverso i provvedimenti emessi contro l’ente a tutela dell’Università agraria, confonde gli anni delle cartelle esattoriali e che senza i suoi consigli abbiamo già inviato, peraltro in quanto atto dovuto, alla Corte dei conti la delibera di consiglio e i relativi fascicoli.

Quanto alle condizioni in cui lasciò l’ente, credo che unica sua speranza sia la memoria corta di chi legge i giornali.

A Renzo Rosati, vista la sua uscita anzi tempo dall’aula consiliare, suggerisco un rispettoso silenzio.

Accampare oggi scuse sembra inopportuno. Semplicemente alcuni sono rimasti a prendersi la responsabilità di garantire l’ente, altri no.

Domando solamente per quale motivo predichi bene sui giornali, ma abbia tenuto contegni diversi quando era presidente, davanti alla emissione delle sentenze poteva provvedere al pagamento delle parcelle dei professionisti vista la fine del grado di giudizio e alleviare la posizione dell’ente, visto anche il conferimento allo stesso legale di ulteriori incarichi.

Il principio che chi ci si trova paga non è valso per lui.

Il fatto è che l’Università agraria volente o nolente ha dovuto riconoscere un debito fuori bilancio dovuto a situazioni riferite agli anni in cui erano presidenti lor signori, il resto è aria fritta.

Noi non siamo scappati davanti alle nostre responsabilità, ciò ci autorizza ad andare avanti a testa alta, magari più del Pdl che alla chetichella si è dissolta al momento del voto, delle due l’una o quei provvedimenti non erano illegittimi e quindi in parte dovevano prendersela con la loro stagione di governo presso l’Ente o erano legittimi e allora il contegno tenuto appare assurdo.

Quanto alle alleanze, prendo atto che la maggioranza attuale è solida e compatta, mi pare evidente che in capo al Pd c’è un dibattito accesso e un dialogo aperto con le forze politiche vere.

La presunta litigiosità addotta negli articoli del Pdl è al contrario rivolta a uomini e personaggi che da sempre agiscono a mero titolo personale, usando i partiti che oggi disprezzano, come contenitori e vestiti da indossare in prossimità delle elezioni, prova ne è che il loro arrivo e il loro saltare da partito a partito, da movimenti a comitati segna, come per Attila, la fine delle attività e l’uscita di chi si trova in disaccordo (tutti tranne loro).

Eminenze in cerca di un po’ di visibilità che nulla hanno a che fare con la sinistra e con le alleanze ad essa riferita, spero vivamente che il Pd scelga in futuro di parlare con i partiti e rifugga sempre più da accordi ad personam con chi, con le proprie valigette piene di voti, pone condizioni ed è pronto a tradire in ogni istante.

Occorre coerenza politica e profondità programmatica.

Alessandro Antonelli
Presidente dell'Università agraria di Tarquinia

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