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Viterbo - Bella da morire - Parte la campagna del Pd contro la violenza sulle donne
La sicurezza si conquista con i fatti, anzi con le cartoline
di Giuseppe Ferlicca
Viterbo - 11 febbraio 2009 - ore 18,30

- Altro che provvedimenti estemporanei, divieti, ordinanze. Una città più sicura si conquista a fatti non a parole. E la violenza sulle donne è una battaglia culturale.

Si deve incidere sui comportamenti, formando i giovani. Tutto il resto è propaganda. Tutto il resto è all'opposto di quanto si propone “Bella da morire” iniziativa del Pd Lazio.

Il titolo ironicamente prende spunto da una frase di Berlusconi, ma sul tema, Linda Natalini, consigliere comunale Pd, avverte: non si scherza. Ma si spediscono cartoline al presidente del consiglio.

Per chiedere certezza della pena, che sia approvata la legge sullo stalking, fondi adeguati per contrastare la violenza sulle donne e magari che Berlusconi prenda esempio dalla Regione, che ha stanziato sei milioni di euro per i centri anti violenza, quadruplicando i fondi per la sicurezza dei cittadini nel Lazio.

Le cartoline da spedire sono in distribuzione fino all'8 marzo e a Viterbo si possono ritirare al circolo Pd in via Buozzi, ma saranno date anche in provincia, in occasione d'iniziative, come la visita di Fassino sabato prossimo a Civita Castellana.

“La violenza – spiega Linda Natalini – è un dramma da debellare. I dati sono drammatici, se si pensa che una donna su quattro ha subito violenza tra i quindici e i venti anni e il novanta per cento degli episodi si verificano fra le mura di casa”.

L'iniziativa Pd coinvolge cento città nel Lazio. “Il nostro augurio – continua Linda Natalini – è che il presidente del consiglio sia sommerso dalle cartoline”. Non spedite solo da donne.

“E' una battaglia – dice il coordinatore comunale Pd Alvaro Ricci – che ci vede impegnati tutti”.

E se il Comune da una parte si è visto finanziare dalla Regione il progetto sulla sicurezza, dall'altra lascia a desiderare.

“A palazzo dei Priori – si domanda Ricci – quando pensano di coinvolgere la consulta del volontariato su questi temi? Dopo sei anni sarebbe ora che fosse convocata”.

Va cambiata la cultura, parlare ai ragazzi.

Un investimento a lungo termine, ma decisamente più efficace di provvedimenti estemporanei e divieti. “Non a caso – dice Christian Scorzi – assistiamo sempre più spesso a casi in cui a compiere la violenza sono giovanissimi.

Per questo è importante creare occasioni di sensibilizzazione”.

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