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Viterbo - Cgil - Domani 13 febbraio
"Scioperiamo perché non siamo d'accordo con la manovra anticrisi"
Viterbo - 12 febbraio 2009 - ore 19,00

Riceviamo e pubblichiamo - Domani 13 febbraio la Cgil continua nella mobilitazione con lo sciopero indetto dalle categorie Fiom e Funzione Pubblica.

La manifestazione nazionale si terrà a Roma con partenza da piazza della Repubblica alle ore 9,30 e si concluderà a piazza San Giovanni con il Segretario Generale Guglielmo Epifani.

Da Viterbo partiranno 8 pullman da diverse parti della provincia, Civita Castellana, Montalto di Castro, Tarquinia, Montefiascone, Viterbo da Via Saragat alle ore 7,15 e da P.le Romiti ore 7,15.

Le motivazioni che ci hanno portato ad una mobilitazione già dal mese di settembre 2008 sono ancora tutte valide, aggravate dall’ultimo atto della firma sul modello contrattuale.

Scioperiamo perché, non siamo d’accordo con la manovra anticrisi varata dal governo, che non affronta i veri problemi dei cittadini, in un momento di grande crisi economica e quindi di sofferenza da parte dei cittadini e delle famiglie, non prevede impegni finanziari per andare incontro alle migliaia di cittadini che perderanno il posto di lavoro perché precari sia nei settori pubblici che privati a Viterbo si prevedono in tutto 3.902 persone.

La Cassa integrazione ordinaria cresce di giorno in giorno ed il dato della nostra provincia ha raggiunto le 500 mila ore in tutti i settori industriali, edilizia, manifatturiero. È uno stillicidio quotidiano. Chiediamo, ormai da mesi, di estendere gli ammortizzatori sociali anche a quei lavoratori precari che non ne hanno attualmente diritto ribadendo che la situazione straordinaria deve prevedere interventi straordinari.

Il Governo ha risposto con provvedimenti come la Social Card, il Bonus per le famiglie, palliativi affrontati come misura una-tantum senza alcuna garanzia di vero aiuto strutturale, sia per l’esiguità delle persone che ne beneficeranno, sia per l’entità. Per ultime la rottamazione di mobili, elettrodomestici, ed auto, che sono acquisti sicuramente non prioritari per chi si trova a dover faticare ad arrivare alla terza o quarta settimana.

I costi della crisi non possono ricadere solo sui lavoratori dipendenti.

L’altra motivazione, per cui abbiamo indetto lo sciopero, è la firma del modello del contratto nazionale, le cosi dette, linee guida per “l’impalcatura” della contrattazione che riguarderà tutti i settori lavorativi.

Come è noto la Cgil il 22 gennaio non ha firmato, perché quell’accordo, programma salari contrattuali inferiori all’inflazione e non prevede mai il recupero, indebolisce il contratto, attribuisce il recupero alla contrattazione di secondo livello, sulla base della produttività dell’azienda.

Non contiene l’impostazione dell’universalità, che i contratti nazionali hanno sempre avuto, cioè che abbia le basi ed un meccanismo certo per tutti i lavoratori di recuperare il potere d’acquisto dei salari, non sarà più uguale il lavoratore della piccola azienda a quello della grande azienda con più forte potere contrattuale, un esempio ne è la nostra provincia il 95% delle imprese sono sotto i 10 dipendenti, quale potere contrattuale potranno avere?

Quale contrattazione di “secondo livello” cioè fatta con i criteri della produttività aziendale, potranno sviluppare per portare a casa un risultato? Varrà la bontà ed il favore del datore di lavoro.

Inoltre, questo accordo separato, prevede che il sindacato cambi l’essenza del ruolo per cui è nato, cioè la contrattazione, sostituendolo con la bilateralità.

Infine viene messo in discussione il diritto di sciopero, già per il settore pubblico la discussione è se deve valere la “pre-adesione” oppure un referendum ogni volta, delle organizzazioni più rappresentative. E’ una limitazione alla libertà individuale che riteniamo anche anticostituzionale.

Di nuovo un passo indietro, un arretramento di molti anni, per i lavoratori, per i loro diritti, per le tutele di ogni individuo. La CGIL si opporrà con tutte le forze che potrà mettere in campo, compresa la consultazione nei luoghi di lavoro e tra i cittadini, per arrivare alla manifestazione nazionale di sabato 4 aprile.

Miranda Perinelli
Segretario generale Cgil Viterbo

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