Alessandro Antonelli, presidente dell'Università agraria Copyright Tusciaweb

Riceviamo e pubblichiamo - Credo che il signor Luigi Daga non abbia bisogno di avvocati difensori: la sua carriera politica è sotto gli occhi di tutti e ciascuno ne trae considerazioni personali che, nel rispetto dell’uomo, è cosa buona non divulgare.

I singoli episodi richiamati appartengono a stagioni politiche ormai trascorse.

La casa di Luigi Daga non è più il Pd e credo se ne siano accorti tutti.

La riflessione sulle alleanze e i rapporti con la sinistra dovrebbe prescindere dagli uomini per focalizzarsi sui programmi e sui contenuti.

Lo strappo con Rifondazione, ammesso che Leoni e Daga appartengono a detto partito, non è di tipo programmatico ma politico, visto che le amministrazioni a guida Pd continuano imperterrite a portare avanti il programma da tutti condiviso.

Quanto al signor Delle Monache credo che come comune cittadino abbia il diritto di dire ciò che vuole, pur tuttavia non comprendo il risalto che ogni sua esternazione ha sulla stampa.

I suoi giudizi da moralizzatore appaiono intrisi di risentimento. Spesso la sua penna fa più danno a chi decide di difendere e sostenere.

Più che un giornalista, con tutto il rispetto per la categoria, sembra un politico alla Berlusconi che usa l’informazione per fini terzi rispetto alla libertà di stampa.

Luigi Daga non è una vittima e neanche un carnefice. E' un uomo politico del quale ho rispetto ma credo che abbia esaurito la sua forza propulsiva e la propria stagione politica.

Quanto all’appartenenza ai partiti, oggi chi ha sposato e scelto il Pd lo ha fatto su percorsi seri e coerenti non usando i partiti come contenitori o peggio come abiti da usare in prossimità delle elezioni per ottenere qualcosa.

Continuo a diffidare di tutti quei soggetti così tanto di sinistra da far vincere la Destra come finora sembra fare i con i suoi comportamenti, il signor Delle Monache.

Alessandro Antonelli
Presidente dell'Università agraria di Tarquinia