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Viterbo - Coldiretti
Agricoltura decimata da crisi e maltempo
Viterbo - 13 febbraio 2009 - ore 18,00

Riceviamo e pubblichiamo - La crisi economico-finanziaria fa sentire anche sul comparto agricolo i suoi pesanti effetti, alla pari (e forse anche più) degli altri settori produttivi.

Il settore primario, oltre a soffrire del calo dei consumi e della strisciante stretta creditizia, deve sopportare lo scarso potere contrattuale che lo costringe a vendere i prodotti alle condizioni imposte da altri indipendentemente dai costi di produzione.

Questi ultimi sono aumentati vertiginosamente negli ultimi anni, mentre i prezzi dei prodotti agricoli sono stazionari o addirittura in diminuzione.

La situazione necessita di adeguata attenzione e degli opportuni supporti, pena la sopravvivenza di molte aziende con i relativi riflessi occupazionali.

Ma nella provincia di Viterbo, a pesare sul mondo agricolo, non c’è solo la crisi economica.

Gli eventi metereologici avversi degli ultimi mesi hanno aggravato - se possibile – ancora di più sul settore.

La pioggia record caduta nel Lazio in questo lungo inverno ha mandato in tilt la campagna, dove si sono verificati danni ingentissimi alle coltivazioni e dove sono saltate quasi totalmente le semine dei cereali autunno – vernini.

“E’ stato un inverno assolutamente eccezionale – dice il direttore di Coldiretti Viterbo, Romano Giovannetti -. Basti pensare che nel 2008 sono state 112 le giornate di pioggia: in pratica un giorno su tre è piovuto, tanto da essere classificato come l’anno tra i primi 20 “ più umidi dell’intera storia!”

In tutte le aree a vocazione cerealicola – aggiunge Giovannetti – la diminuzione di semine, soprattutto grano tenero e grano duro, sono sopra il 60%.
A questo punto è facile prevedere un drastico calo della produzione di grano rispetto allo scorso anno, con danni di milioni di euro per il settore”.

“Le precipitazioni temporalesche persistenti confermano la sempre più elevata frequenza di eventi estremi che sono un’ espressione dei cambiamenti climatici in atto - continua Giovannetti – che mettono in pericolo la sicurezza del territorio nazionale, dove sette comuni italiani su dieci sono  interessati dagli oltre 21 mila chilometri quadrati di territorio nazionale considerato a rischio per frane e alluvioni.

In Italia - sostiene ancora Giovannetti - ci sono 5581 comuni, il 70% del totale a rischio idrogeologico dei quali 1700 sono a rischio frana e 1285 a rischio di alluvione, mentre 2596 sono a rischio per entrambe le calamità”.

Una situazione a cui non è certamente estraneo il fatto che dal 1982 al 2005 sono scomparsi quasi 6 milioni di ettari di suolo agricolo e che secondo le stime dell'Anbi nell'arco di tempo 1990-2016, se il ritmo di cementificazione del territorio rimanesse inalterato, si sarà persa una Superficie Agricola Utilizzata pari al 17,5% del territorio nazionale, vale a dire un'area superiore a quella delle regioni Sicilia e Sardegna”.

Coldiretti Viterbo

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