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Viterbo - L'assessore Bartoletti scrive proccupato
"Con Scalia assessore a rischio l'aeroporto"
Viterbo - 16 febbraio 2009 - ore 18,30

Riceviamo e pubblichiamo - La recente scelta di Scalia, quale membro della giunta regionale, rappresenta un vulnus pericoloso per il nostro territorio: il presidente della provincia di Frosinone è infatti uno dei più convinti e agguerriti politici che hanno avversato la scelta di Viterbo quale terzo scalo aeroportuale del Lazio.

Intervistato da una testata nazionale, Scalia, forse dimentico dei sui nuovi panni di assessore di tutta la Regione, alla domanda: Con lei in Giunta regionale l’aeroporto si avvicina? - rispondeva candidamente: «L’aeroporto è sempre stato vicino. Certo il nuovo ruolo mi consente di lavorare dal di dentro e questo rende tutto più facile».

Alla faccia della schiettezza.

Se la mente non ci inganna, la provincia di Frosinone ha ancora in ballo un ricorso contro la scelta di Viterbo come terzo scalo del Lazio, proposto proprio da Scalia, ancor prima che l’inchiostro si seccasse sull’atto decisionale dell’allora ministro Bianchi.

Non ce l’abbiamo certo con Scalia e i suoi amici, ma in un momento così delicato per il sistema Italia, pensare di poter rappresentare con equilibrio istituzionale un ente come la Regione, quando si hanno controversie aperte contro la scelta logica che ha indicato un territorio della stessa regione quale destinatario dell’infrastruttura aeroportuale, appare, quantomeno, poco credibile.

È bene sapere che Scalia non si è mai arreso alle scelte governative-regionali, e non lo farà certo ora con i galloni di assessore regionale. Poco tempo fa, quale presidente della provincia ciociara, nonostante i contrari pareri dell’Enac, ha comunicato di voler realizzare un uno scalo di ben tre milioni di passeggeri (pochi meno di quanti ne fa Torino) cosa ben diversa da quando ebbe ad annunciare alcuni mesi orsono: “Stiamo lavorando per sviluppare il traffico leggero (aerotaxi e light jet), in forte espansione in Italia e nel mondo grazie anche alle caratteristiche eco compatibili dei nuovi aeromobili e alla riduzione dei loro costi di acquisto e gestione, che potrebbe sfruttare le infrastrutture eliportuali opportunamente adeguate”.

Il governatore del Lazio di fronte a tali insistenti richieste, non ha potuto licenziare il compagno di partito con l’ennesimo “niet”e quindi, forse con il nodo alla gola, ha esultato all’ennesima logora proposta del compagno di partito, facendogli concedere dalla giunta 500 mila euro pro-aeroporto (sic!).

Vi è di più, nonostante Marrazzo abbia più volte ribadito la lapidaria scelta di Viterbo quale scalo laziale, sulla cronaca ciociara di un noto quotidiano nazionale, in riferimento all’aeroporto ciociaro, si è recentemente letto: “insomma l'opera dovrebbe fungere da volano anche per il turismo locale (se si creeranno le condizioni opportune), considerato che si stimano in 10 milioni di persone per anno che dovrebbero servirsi dello scalo, il quale potrebbe essere pronto prima di quello internazionale di Viterbo dal momento che da lì a Roma, con l'unico binario ferroviario, ci vogliono non meno di due ore”.

Traduzione: il nostro aeroportino “regionale” ciociaro è modulato per 10 milioni di passeggeri (per avere un’idea Linate, terzo aeroporto italiano, ne fa quasi circa dieci milioni) e se lo facciamo prima di Viterbo risolviamo noi il problema Ciampino e quindi facciamo le scarpe a Viterbo.

In un momento così topico, per la realizzazione della più strategica infrastruttura della nostra regione, sarebbe stato anche auspicabile un rimpasto di giunta che prevedesse quantomeno la scelta di un politico viterbese.

Non vogliamo certo entrare nelle logiche e nelle beghe interne al partito democratico, ma di certo, l’essere rimasti fuori da ogni gioco politico regionale, almeno per quel che riguarda la giunta, non depone a favore di quella che dovrebbe essere la considerazione del nostro territorio da parte dei vertici nazionali e regionali del centro sinistra.

Forse se tra i diciassette membri della giunta regionale, oltre ai rappresentanti di Latina e Frosinone, fosse seduto anche un viterbese potremo anche pensare di non essere, alla sinistra del Padre, figli di un Dio minore.

Giovanni Bartoletti

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