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Viterbo - Madre e figlia segregate in casa - - Il presidente del'Ater replica a all'assessore Sabatini - Pronte 66 case popolari che il comune dovrà assegnare
Panunzi: "Non è il caso di fare lo scaricabarile"
Viterbo - 17 febbraio 2009 - ore 13,20

Panunzi e Marini in casa di Simona
- “Non mi sembra il caso in questo momento di fare lo scaricabarile: le istituzioni dovrebbero invece collaborare senza polemiche a risolvere il problema sollevato dalla famiglia Innocenti”. Così il presidente dell'Ater di Viterbo, Enrico Panunzi, che torna sulla vicenda di cui si sono occupati in media, quella dell'abitazione in via Sant'Agostino 5.

“Azienda sta verificando la possibilità - prosegue Panunzi - di installare un servoscala per permettere a Simona e alla madre Giovanna di salire e scendere le scale: la ditta incaricata ci darà la risposta entro questa settimana. Se questa soluzione non sarà possibile ce ne sono altre previste dalla legge”.

Panunzi poi precisa:”Quando dico che le istituzioni devono collaborare mi riferisco al fatto che le assegnazioni, ormai da tempo, non spettano più all'Ater ma ai Comuni. Gli stessi Comuni, peraltro, hanno la possibilità di assegnare in deroga fino al 25per cento degli alloggi comunali, in casi di emergenza abitativa come questo. E, per quanto riguarda il Comune di Viterbo, a breve saranno pronti 66 nuove abitazioni: 30 in via Matteotti e 36 a Santa Barbara”.

Infine Panunzi spiega la situazione dell'abitazione di via Sant'Agostino, nella quale la famiglia Innocenti aveva chiesto di poter essere trasferita poiché al piano terra.

“Quell'immobile – conclude il presidente dell'Ater -, come noto, è occupato abusivamente. Attivare le procedure di sgombero non è compito dell'Ater, ma di chi ne ha il possesso, vale a dire il Comune.

Non so se questa sia però la soluzione più veloce per risolvere il problema che, ripeto, riveste la massima urgenza. Noi come Ater stiamo facendo quanto di nostra competenza. Conoscendo il sindaco Marini so che anche il Comune non resterà fermo”.

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