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A Villa immacolata sono passati oltre cento i pazienti
Stato vegetativo, a Viterbo uno dei centri d'eccellenza
Viterbo - 17 febbraio 2009 - ore 18,00

- Dieci letti allestiti in ambienti ipertecnologici, dove giacciono in stato vegetativo persistente giovani coinvolti in incidenti stradali, uomini e donne colpiti da ictus o da altre gravi lesioni cerebrali.

Una situazione analoga a quella in cui era Eluana Englaro.

E' la Lai (Modulo di lungodegenza ad alta intensità) di Villa Immacolata a Viterbo, la casa di cura retta dai religiosi Camilliani, una delle pochissime strutture del Lazio dedicata a questa patologia ai confini tra la vita e morte. In 10 anni alla Lai sono passate oltre 100 persone.

"Circa il 50% - spiega la dottoressa Paola Ballarini, geriatra, responsabile del modulo - è morta, ma l'atra metà è sopravvissuta e, in alcuni casi, ha recuperato almeno in parte il contatto con il mondo. Sappiamo che è impossibile far tornare quelle persone allo stato precedente al trauma ma noi consideriamo una guarigione il riuscire, laddove è possibile, a farli tornare a casa, purché siano assistiti 24 ore su 24".

"Il nostro primo compito - dice il medico - è quello di prevenire la degenerazione della loro condizione. Poi passiamo a stimolarli con l'attività di fisioterapia. L'esito varia da caso a caso".

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