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Viterbo - Soddisfatti Mazzoli e Picchiarelli
La consulta provinciale per la disabilità inaugura il 2009
Viterbo - 18 febbraio 2009 - ore 13,45

Alessandro Mazzoli, presidente della Provincia
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Giuseppe Picchiarelli, assessore provinciale alle Politiche sociali
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- I lavori del nuovo anno della consulta provinciale per la disabilità sono cominciati all’insegna dell’incontro con le varie associazioni di volontariato operanti sul territorio, così come era stato deciso negli ultimi mesi del 2008, allo scopo di divenire effettivo portavoce delle difficoltà, delle esigenze ma anche dei successi di ognuna di loro.

Siamo molto soddisfatti del lavoro che la Consulta sta portando avantidice il presidente della Provincia, Alessandro Mazzoli – soprattutto perché incentrato sul fare, con una costante attenzione ai problemi della disabilità”.

L’importanza dell’istituzione della consulta – continua l’assessore alla Politiche sociali, Giuseppe Picchiarelli – sta nel fatto che mettendo insieme le varie associazioni che operano sul territorio, si riesce ad avere una capacità di risposta seria e adeguata al tema trattato. Proposte, progetti e risultati che si stanno mettendo in campo in questi mesi ci rendono ancora più convinti della straordinaria importanza di questo strumento per un miglioramento concreto e reale della vita dei cittadini della nostra provincia”.

Eccoli, i lavori. I primi contatti sono stati stabiliti con i presidenti o i vicepresidenti dell’Irifor, dell’Univoc, dell’Ens e dell’Aid.

La prima e la seconda sono associazioni che fanno da collegamento con l’Unione Italiana ciechi, mentre le altre due sono rispettivamente dedicate all’assistenza ai sordi e alla cura della dislessia.

Dalle relazioni presentate dai diversi rappresentanti sono emerse alcune informazioni molto interessanti, relative sia al numero di portatori delle diverse disabilità, che alle attività svolte in loro sostegno.

I dati forniti dall’Irifor e dall’Univoc si riferiscono infatti non solo a quelli numerici relativi alla presenza di disabili sensoriali nel viterbese, calcolabili in 500 tra ciechi e ipovedenti; e al loro inserimento nel mondo del lavoro, che risulta decisamente positivo visto che si può parlare di piena occupazione per quanti sono già in età lavorativa; ma soprattutto all’impegno profuso nel creare per loro condizioni di vita migliore.

A tal fine, le due associazioni da diversi anni sono state inserite tra gli enti che usufruiscono del servizio civile nazionale. Allo stesso modo, hanno stipulato negli ultimi mesi accordi con il Coni per organizzare corsi di judo e nuoto, che si stanno svolgendo nella piscina della Vam e nella palestra del Carmine.

Un ulteriore servizio offerto è il “post-scolastica”.

Difatti, contando sulla presenza di sei operatori specializzati, questo garantisce assistenza domiciliare di grande utilità per i ragazzi e di garanzia di professionalità per le famiglie.

Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che sono state avanzate le proposte più interessanti. In considerazione dei buoni risultati raggiunti, i rappresentanti delle due associazioni hanno chiaramente espresso il loro desiderio di attivare nuovi corsi di formazione specializzata per il settore.

Ciò avrebbe due effetti positivi: l’ampliamento del servizio per i disabili sensoriali e nuove possibilità di occupazione nel territorio per giovani disposti ad impegnarsi a tempo pieno nel sociale.

Di ugual natura sono stati gli interventi dell’Ens (Ente nazionale per la protezione e l’assistenza dei sordi) e dell’Aid (Associazione italiana dislessia).

Entrambe, infatti, hanno richiamato l’attenzione della consulta sulla necessità di organizzare corsi professionali per sopperire alla ancora carente presenza di personale qualificato. La partecipazione richiesta dalle due Associazioni risulta di natura diversa.

L’Aid, di recente costituzione e con 25 iscritti nella provincia di Viterbo, ha relazionato su un progetto per un corso di formazione per gli insegnanti della Provincia, già presentato alla propria sede centrale che ha come obiettivo l’educazione diretta del personale docente per assicurare tempestività nell’individuazione e nell’intervento, e per il quale viene auspicato il patrocinio della consulta al fine di divulgare al massimo l’importanza dell’iniziativa.

In quanto a l’Ens, che oltre ai 130 soci effettivi, ha contatti con altri 50 portatori dello stesso tipo di disabilità a cui si devono aggiungere 25 minorenni ancora in età scolare, si è soffermata principalmente sulla richiesta di un impegno fattivo nella organizzazione di corsi professionali per l’apprendimento della lingua dei segni (Liss), giacché è ormai assodato che l’uso del labiale è un sistema parziale di comunicazione, che, soprattutto per l’inserimento scolastico, non risolve i problemi legati all’interazione con insegnanti e compagni.

Alla luce di questi dati la disponibilità della consulta a sostenerli, per quanto di sua competenza, è stata massima.

Il passaggio dalla fase progettuale a quella esecutiva richiederà naturalmente tempo, soprattutto per l’inevitabile iter burocratico connesso. Ma il primo passo, quello del contatto e dell’acquisizione di informazioni è stato fatto.

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