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Viterbo - Dramma dell'handicap - Interviene il responsabile regionale del movimento Italia dei diritti
Madre e figlia segregate in casa, Marinelli: "Cose da terzo mondo"
Viterbo - 18 febbraio 2009 - ore 16,15

- "A livello di civiltà di un popolo questo accadimento può essere valutato alla stregua delle misure che vengono adottate per l'abbattimento delle barriere architettoniche e, ancora una volta, l'Italia si connota per essere un paese del terzo mondo".

Questa la reazione di Vittorio Marinelli, responsabile regionale del Lazio del movimento Italia dei Diritti, riguardo a quanto accaduto a Viterbo.

L'inerzia dell'Ater e del Comune hanno costretto, ormai da un anno, madre e figlia disabile a rimanere segregate in un appartamento situato al terzo piano di una palazzina senza ascensore.

E questo da quando, circa un anno fa, entrambe hanno avuto una brutta caduta per le scale, proprio a causa dell' handicap della donna.

"Di fronte a episodi di questo genere - dichiara Marinelli - l'ulteriore riflessione che viene in mente è l'imperio assoluto non della dittatura del proletariato, come diceva qualcuno, bensì della burocrazia".

Infatti le innumerevoli richieste effettuante dalle due donne, come i fatti ci insegnano, sono state gettate, con molta probabilità, in uno dei cestini degli uffici competenti, dato che, allo stato attuale delle cose, nessuno ha accolto con favore il disperato appello.

"Solo l'assoluta deresponsabilizzazione del burocrate di turno - aggiunge Marinelli - ha permesso questo scandaloso stato di cose. E forse bisognerebbe riformare la legge sulla privacy per consentire di mettere alla pubblica gogna chi tanto male fa con la propria ottusità nei confronti di chi, più debole, necessiterebbe, invece, della massima solidarietà umana".

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