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Viterbo - Il secco no della Rosa per l'Italia all'insediamento dei nomadi nella cittadina tirrenica
"Rom a Tarquinia, una scelta sciagurata"
Viterbo - 25 febbraio 2009 - ore 14,15

- “Una proposta priva di logica, il cui effetto concreto sarebbe soltanto quello di accrescere il già gravoso fardello che la Tuscia deve sopportare, per quanto riguarda le servitù di vario genere imposte al territorio nel corso dei decenni (vedasi, ad esempio, sempre nella stessa zona, e forse non è un caso, il più grosso polo energetico d’Europa)”.

E’ netto il no della segreteria provinciale della Rosa per l’Italia, all’ipotesi di trasferire a Tarquinia un nucleo di rom attualmente insediati in un campo nomadi di Roma.

“Si tratterebbe di una scelta sciagurata, per altro in linea con una visione già manifestatasi in passato, che vede nell’alto Lazio una specie di territorio di risulta su cui scaricare ipoteche che altri preferiscono scansare – prosegue la nota della Rosa per l’Italia –. Il paradosso di questa vicenda è che mentre si lavora a progetti di grande impatto, per quanto riguarda la valorizzazione delle risorse e del patrimonio storico, artistico e ambientale di cui il Viterbese dispone, (pure in virtù della realizzazione dell’aeroporto di Viterbo e del completamento della Trasversale Orte-Civitavecchia), si ipotizza contemporaneamente una soluzione capace, forse, di alleviare i problemi di convivenza in una zona di Roma, ma che è nettamente incompatibile con qualsiasi programma di sviluppo, secondo le proprie vocazioni, dell’area interessata.

Stessi effetti, o addirittura peggiori, li avrebbe l’eventualità di insediare, sempre a Tarquinia, il centro di identificazione per clandestini di cui dà notizia oggi la stampa. Condividendo in pieno la posizione assunta dal Comune di Tarquinia, nella sua interezza, l’augurio è quindi che, anche con il concorso unanime di tutte le forze politiche e sociali impegnate a dare un futuro migliore al Viterbese, la ragionevolezza prevalga” conclude la nota.

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