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Viterbo - Provincia - Caccia - Il bilancio positivo dell'assessore Trapè
"Stagione venatoria, un'annata da ricordare"
Viterbo - 5 febbraio 2009 - ore 16,00

Mario Trapè, assessore provinciale alla caccia
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- Un’annata da ricordare, segnata da una lunga serie di novità. Con la chiusura del calendario venatorio di sabato scorso, l’assessore alla Caccia Mario Trapè traccia un primo bilancio della stagione appena trascorsa. Partendo subito da una nota positiva.

“Ormai da due anni – dice – il calendario viene pubblicato nei tempi previsti, il 15 giugno. Un primo elemento importante, in quanto fornisce ai circa 9mila cacciatori la possibilità di essere informati tempestivamente sulle novità dell’attività venatoria”.

Le varie altre tappe sono state quindi scandite ancora da tempi precisi. “Come previsto, infatti, entro il 15 settembre sono state assegnate le zone, sempre in un clima di serenità e collaborazione alle 105 squadre del nostro territorio che operano nella caccia al cinghiale”.

Per quest’ultimo va fatto un discorso a parte: i fattori positivi sono diversi. Punto primo: le due giornate di preapertura – fissate nella prima settimana di ottobre – non sono state successivamente recuperate, come avveniva in precedenza, dalle ultime del calendario venatorio, rimasto dunque fissato dal 1 novembre al 31 gennaio. “Inoltre – continua Trapè – in varie parti del territorio ci siamo preoccupati di organizzare corsi per i selecontrollori, ovvero un’iniziativa di formazione specifica per quei cacciatori che poi si sono occupati delle battute di contenimento”.

Questo tipo di attività è stato svolto in primavera e nel periodo estivo, in sinergia con gli agricoltori e gli stessi selecontrollori, sotto il controllo operativo e organizzativo della Polizia provinciale, all’interno della quale è stato costituito il “Nucleo caccia”, altamente specializzato e finalizzato al settore.

Da ricordare poi l’iniziativa dell’assessorato per lo smaltimento carcasse dei cinghiali: Trapè alla fine dello scorso anno ha incontrato 100 capicaccia per concordare insieme a loro, al servizio veterinario della Ausl e all’istituto zooprofilattico gli obiettivi da raggiungere.

“Abbiamo inteso procedere al monitoraggio dei cinghiali abbattuti per il consumo domestico privato delle carni. Il primo scopo è quello di effettuare controlli ufficiali relativi alla presenza di trichine (un parassita) nelle stesse, ai sensi dei regolamenti comunitari. Quindi procedere con il corretto smaltimento delle carcasse, avvalendoci di ditte appositamente autorizzate dall’autorità sanitaria”.

Ma le novità non sono finite. E’ infatti al via la prima esperienza di caccia di selezione al capriolo, presente soprattutto nell’Alta Tuscia viterbese.

“Anche in questo caso sono stati organizzati appositi corsi di formazione. La sezione di Viterbo di Urca Lazio ha inoltre svolto un’importante opera di censimento, propedeutica all’approvazione dei piani di abbattimento”.

Rinnovata – e migliorata – la sinergia con i territorio limitrofi. E’ il caso dell’accordo, sottoscritto per la prima volta, con Umbria e Toscana, per un’apertura in contemporanea della caccia il primo e il 21 settembre. “Questo – spiega ancora Trapè – ha consentito di evitare l’arrivo di grandi flussi di cacciatori verso la nostra provincia. Un altro accordo lo abbiamo quindi raggiunto con le Province di Terni e Perugia, sul numero di cacciatori che possono giungere giornalmente sia come Atc, sia attraverso la teleprenotazione. Un’intesa che riguarda anche l’attività solo con l’appostamento temporaneo”.

Altra specie: lo storno. Dopo anni di blocco, è tornata la deroga, grazie all’autorizzazione della Regione Lazio. Anche questo, un risultato di rilievo, in quanto lo storno può provocare danni soprattutto agli oliveti. E intanto va avanti il progetto per il ripopolamento della starna, studiato insieme all’Università della Tuscia e la Regione Lazio.

Dopo gli obiettivi raggiunti, il lavoro prosegue. Soprattutto per la redazione del nuovo Piano faunistico venatorio provinciale, “Ce ne stiamo occupando coinvolgendo tutti i soggetti che operano nel settore, perché c’è la necessità di un aggiornamento dovuta ai cambiamenti subiti dal territorio, specialmente dal punto di vista urbanistico”.

Caccia, ma non solo: la Provincia si adopera anche per la salvaguardia delle specie a rischio estinzione.

“Insieme alla Lipu – conclude Trapè – stiamo lavorando in questo senso. L’albanella e la ghiandaia marina sono due esempi di specie in favore delle quali ci stiamo impegnando. In conclusione, sono molto soddisfatto dello svolgimento di questa stagione, anche perché è partito l’Atc Vt1 e sono stati costituiti gli organi direttivi. Organizzazioni di categoria, agricoltori e naturalmente le 105 squadre di cacciatori hanno tutti apprezzato: segno evidente che quando si collabora, i risultati positivi arrivano sempre”.

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