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Civitavecchia - Il delegato al mare Pierfederici: "Le osservazioni al progetto rallentano l'iter"
Da domani a secco le imbarcazioni della Mattonara
Viterbo - 5 febbraio 2009 - ore 18,30

- Da domani, venerdì 6 febbraio, partiranno le operazioni di delocalizzazione delle piccole imbarcazioni che sono state finora ormeggiate nello specchio d’acqua protetto della scogliera “La Mattonara”.

Oggi, il delegato al Mare Andrea Pierfederici quale rappresentante del Comune di Civitavecchia, i presidenti delle associazioni interessate alla delocalizzazione e l’Autorità Portuale hanno sottoscritto un documento condiviso in cui si dà il via alle opere di delocalizzazione a terra presso la banchina San Teofanio del porto di Civitavecchia, di circa 120 imbarcazioni, stabilendo così le modalità ed i tempi da rispettare nello svolgimento di tale operazione.

Il delegato del comune a tutela dei diportisti, ha espressamente richiesto alle autorità preposte di stipulare, una volta messe a secco le imbarcazioni, un protocollo d’intesa tra le parti interessate (Comune, Autorità Portuale e società realizzatrice del progetto del nuovo approdo), in maniera tale di poter dare garanzie sul futuro del diportismo locale.

E’ stata fatta inoltre, da parte del delegato, richiesta di organizzare una sorta di servizio di alaggio delle imbarcazioni messe a terra tramite una gru posta sulla banchina, in maniera tale da rendere possibile, se pur in maniera limitata, l’utilizzo dei natanti da parte dei diretti interessati.

“Purtroppo – dichiara Pierfederici – tutto ciò avviene con la pesante prospettiva di vedere ulteriormente allungati i tempi dell'iter burocratico per la realizzazione del nuovo approdo della Frasca, progetto che rappresenta senza dubbio l’unica reale risposta per la risoluzione del problema del diportismo locale. Tale iter, che punta ad una veloce convocazione della conferenza dei servizi, ha infatti subito un pesante rallentamento a causa della richiesta di osservazioni al progetto da parte di esponenti dell’opposizione, che spesso a parole si vantano di voler difendere gli interessi dei proprietari delle piccole imbarcazioni, ma con i fatti invece li ostacolano e li gettano nella prospettiva di dover tenere le barche a secco per chissà quanto tempo.

Sottolineo la gravità del fatto che circa 450 unità da diporto saranno messe a terra nel giro di pochi mesi, provocando un danno enorme a tutto l’indotto legato al mondo della nautica e del settore in genere. Per questo motivo spero che le fazioni politiche convergano al più presto seguendo un filo conduttore comune che garantisca la celerità di realizzazione del progetto del nuovo porticciolo della Frasca, snellendo l’iter burocratico legato ad esso”.

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