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Viterbo - Il presidente Mazzoli e l’assessore Picchiarelli alla manifestazione per la memoria organizzata dalla Consulta provinciale studentesca
"La deportazione dei carabinieri non fu una lotta tra militari"
Viterbo - 6 febbraio 2009 - ore 16,00

- “Manifestazione per la memoria”: questa mattina il presidente della Provincia, Alessandro Mazzoli, insieme all’assessore alla Pace, Giuseppe Picchiarelli, ha partecipato alla manifestazione organizzata dalla Consulta provinciale studentesca, in collaborazione con l’Ufficio scolastico provinciale e la Fnism ( Federazione nazionale insegnanti – sezione di Roma, Lazio) in occasione delle commemorazioni per la giornata della “Memoria” al teatro San Leonardo. Un appuntamento rivolto alle scuole secondarie di Viterbo e provincia.

Questo il programma della mattinata: rappresentazione del laboratorio teatrale dell’Itc Paolo Savi di Viterbo dal titolo “Io sono una stella – I ragazzi della Shoa”; presentazione del libro “7 ottobre 1943. La deportazione dei Carabinieri romani nei lager nazisti”, con intervento dell’autrice Annamaria Casavola e del Colonnello Giancarlo Barbonetti, capo dell’Ufficio storico dell’Arma dei Carabinieri.

“Un’iniziativa lodevole – ha detto il presidente Mazzoli – perché coltivare ed esercitare la memoria perché ricostruire la verità e i pezzi di storia di quelle vicende tragiche e orribili che hanno caratterizzato il periodo della Shoah è utile per costruire un futuro migliore. Per questo è incredibile che a distanza di tutto questo tempo ci siano ancora persone che negano quanto è accaduto. E quindi fondamentale continuare a ricordare e a dire esattamente come sono andate le cose e a ricostruire la storia a prescindere da chi assume la responsabilità di smentirla o rinnegarla”.

“L’olocausto - ha continuato il presidente - è la più grande tragedia dell’umanità. Il risultato di un disegno folle, concepito minuziosamente per annientare l’uomo da parte dell’uomo, in base a un concetto folle anch’esso di diversità e superiorità della razza. Noi in questi anni come Provincia, insieme alle scuole abbiamo voluto rafforzare questo percorso della memoria, che consente ogni anno alle studentesse e agli studenti che vincono un concorso di partecipare a un viaggio ad Auschwitz perché lì si capiscono tante cose, si vedono cose inimmaginabili: l’annientamento dell’uomo, la tortura, il calpestamento della dignità umana”.

“L’importanza della vostra iniziativa – ha detto ancora - è proprio in questo: nel ricostruire la memoria e affrontare un aspetto apparentemente specifico ma che in realtà ha un valore straordinario. La deportazione dei carabinieri non fu un fatto di lotta tra militari, perché i carabinieri sono un pezzo fondamentale dell’identità nazionale. Hanno a che fare con la coscienza delle persone e con la coscienza profonda degli italiani. che con l’Arma dei carabinieri hanno un rapporto fatto di stima, di fiducia, di affetto”.

“Colpire in maniera così massiccia e così forte l’Arma dei carabinieri, costruire una deportazione di massa dei carabinieri aveva un significato profondo per colpire l’Italia e continuare a indebolirla. Oggi ricordare quei momenti e quelle tragedie significa ricostruire un pezzo della nostra stessa identità e un legame prezioso per i cittadini italiani. Ricordo – ha concluso Mazzoli - che in questi anni, in collaborazione con la Consulta studentesca, è in corso un percorso di iniziative e formativo di educazione alla pace promosso dalla Provincia, che è luogo adatto per proseguire questo lavoro di ricostruzione e mantenimento della memoria”.

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