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Viterbo - Tarquinia - Il sindaco Mazzola: "Falso il suo appoggio al sottoscritto alle comunali del 2007"
"Daga la smetta di dire cose non vere"
Viterbo - 7 febbraio 2009 - ore 16,40

Mauro Mazzola, sindaco di Tarquinia
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- «Sono mesi che rimango in silenzio. Ma la misura è ormai colma. Luigi Daga la deve fare finita di dire cose non vere».

Così il sindaco Mauro Mazzola replica alle dichiarazioni dell’ex assessore regionale apparse in questi giorni sugli organi di informazione.

«E’ ora di sgomberare il campo dalle “inesattezze”che settimanalmente Daga ci propone. - afferma il primo cittadino - E’, infatti, assolutamente fuori dalla realtà il suo appoggio al sottoscritto nelle elezioni comunali del 2007. Voglio, dunque, raccontare come sono andati veramente i fatti e non temo di essere smentito.

Alcuni mesi prima della mia candidatura ufficiale (su pressione di molti esponenti politici locali e provinciali) chiesi, sbagliando, di avere un colloquio con Daga. Dopo ben quattro appuntamenti andati a vuoto, non per colpa mia, mi incontrai con lui e parlammo per circa un’ora e mezza. In quell'occasione mi disse chiaramente che la mia candidatura avrebbe gravemente compromesso la mia carriera politica e che la sconfitta sarebbe stata certa».

«Preso atto della sua posizione da quel giorno - prosegue - non ho più sentito Daga, che si è completamente disinteressato della mia campagna elettorale, tanto che ha trascorso gran parte di quel periodo in Sardegna. Soltanto due giorni prima dell’ultimo comizio elettorale tenuto in piazza Cavour, alla presenza del presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, per iniziativa personale di un conoscente comune e mia insaputa, fui messo in contatto telefonico con Daga.

Colloquiai con lui per più di mezz’ora e mi disse che sarebbe salito sul palco solo se avesse potuto parlare liberamente»

«Ciò gli fu concesso. - conclude - Affrontò ogni argomento: dalle infiltrazioni mafiose e camorristiche al problema della sanità regionale, senza mai però chiedere alla platea di votare per il sottoscritto. Ora, a distanza di quasi due anni, i 56 di voti di differenza che mi hanno permesso di diventare sindaco si sono moltiplicati in modo esponenziale, perché in molti sono saliti sul carro del vincitore, affermando di aver portato i voti decisivi per la mia affermazione.

Tuttavia ho l’esperienza politica e amministrativa per sapere esattamente chi mi ha votato. Daga, dunque, la smetta con questo teatrino. Rifletta sul suo operato di questi ultimi anni perché così si sta rovinando la sua buona immagine costruita nel tempo e prenda atto che, forse, la sua stagione si è ormai chiusa».

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