Riceviamo e pubblichiamo - Un quotidiano locale è tornato ancora una volta sulla Asl di Viterbo. Era qualche settimana che il quotidiano non si occupava più di queste vicende ed effettivamente tutti erano meravigliati di questo silenzio.

Ieri, però, il quotidiano è finalmente potuto tornare, con tono scandalistico, su argomenti già oggetto di articoli nelle settimane e nei mesi scorsi e l’occasione gli è stata offerta dall’acquisizione disposta dall’autorità giudiziaria di Viterbo, di alcuni documenti presso gli uffici della Asl.

Improvvisamente (ma non inaspettatamente), il quotidiano ha trasformato un atto di acquisizione in decreto di perquisizione ed un verbale di acquisizione di documenti in informazione di garanzia a carico del direttore generale con tanto di capo di imputazione.

Conoscendo i precedenti, immaginavamo che qualcuno si sarebbe potuto confondere ed avremmo voluto avvisarlo prima, ma siccome, quando ci abbiamo provato, siamo stati ripagati con la moneta delle offese, abbiamo lasciato che le cose andassero come immaginavamo.

E’ giusto che, di fronte ad esposti e denunce, come quelli presentati contro la Asl ed inerenti la gestione dell’azienda, la magistratura avvii una procedura d’indagine per verificarne la fondatezza o meno.

E’ altrettanto giusto che, per questa attività, la magistratura medesima, si avvalga di tutti i documenti che ritiene necessario conoscere. In questa sede, si precisa però che nessun avviso di garanzia per turbativa d’asta è stato recapitato all’indirizzo di Giuseppe Aloisio.

Volendo essere ancora una volta corretti, informiamo che oggi presenteremo l’ennesima querela per diffamazione.

Alessandro Diddi
(Avvocato di Giuseppe Aloisio)