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Viterbo - Ordinanza coprifuoco - Gabbianelli spiega la sua adesione alla petizione di Azione Giovani
"Ho firmato come cittadino, non come politico"
di Giuseppe Ferlicca
Viterbo - 9 febbraio 2009 - ore 0,50

Giancarlo Gabbianelli
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- Ma la notte no? Meglio ma la notte forse.

La sua firma alla petizione che chiede di rivedere il provvedimento del Comune che stabilisce all’una la chiusura degli esercizi pubblici, ha fatto discutere.

Ma Giancarlo Gabbianelli, ex sindaco e presidente del consiglio, frena. La politica non c’entra.

Ho firmato – spiega Gabbianelli - perché ritengo che vada aperto un confronto. C’è il problema della tranquillità dei cittadini, ma va tenuto conto del fatto che Viterbo è una città universitaria.

Va dato spazio ai giovani. Le regole non devono limitare troppo. Altrimenti i ragazzi sono costretti a cercare altrove luoghi d’aggregazione usando la macchina. E sappiamo che esiste un pericolo dal nome stragi del sabato sera”.

Riposo e vita notturna. Due esigenze difficili da conciliare.

“E’ giusto – continua Gabbianelli – venire incontro a chi deve riposare, ma va considerata anche la ovvia volontà delle persone di socializzare. Altrimenti, una delibera che ha presupposti giusti, rischia d’ottenere l’effetto contrario a quello desiderato”.

Punti di vista legittimi, magari condivisibili. Ma contrastano con le linee adottate dal Comune.

“Non è in atto – precisa Gabbianelli – nessuna contestazione, solo un invito al dialogo”.

Lei come l’assessore Rotelli e altri esponenti politici, però fate parte della maggioranza che sostiene l’amministrazione Marini.

“Il problema non è politico – dice ancora – ho appoggiato Azione Giovani come cittadino, il mio ruolo istituzionale non c’entra”.

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